Scuola islamica, anche il console fa retromarcia

Simini: «C’è stato un equivoco. Questa è una via Quaranta bis»

Gioia Locati

Non è ancora risolta la questione della legittimità dell’istruzione dei bambini egiziani, quella trentina che da una decina di giorni frequenta i corsi di arabo e di italiano in via Ventura a Lambrate. Un doposcuola? O una via Quaranta bis? Ieri il prefetto Gian Valerio Lombardi ha incontrato il console egiziano Sherine Maher. La Maher «ha assicurato la propria disponibilità a collaborare con le autorità italiane per far sì che la scuola di via Ventura sia rispettosa della normativa scolastica italiana». Detto altrimenti: la rappresentante dello stato egiziano in Italia ha preso atto che l’istituto di Lambrate (al quale aveva concesso la propria supervisione) non risponde alle leggi italiane. O è un doposcuola vero, ossia i bambini che lo frequentano al pomeriggio, di mattina vanno a scuola. O è un istituto non autorizzato. E come dicevano i latini tertium non datur, non esiste una terza via. Dall’incontro è emerso in sostanza quello che l’assessore Bruno Simini e il direttore scolastico Giacomo Dutto sostenevano dal primo giorno. Per Simini «è stata aperta un’altra via Quaranta e la console, dando il suo ok, era stata raggirata». Per Dutto «non è prevista nella normativa una scuola a programmi doppi o una scuola paterna al di fuori dell’ambito familiare». Anche il prefetto ha ribadito più volte «che l’ordinamento italiano prevede l’obbligo scolastico» e che «il nostro sistema scolastico va incontro alle esigenze degli stranieri, ad esempio organizzando corsi di lingue». Mancava l’appoggio della console. Che ieri è arrivato. Potrebbe assumere il ruolo mediatore o assicurarsi che chi frequenta il doposcuola al mattino vada a scuola.
L’assessore Simini insiste sulla sua posizione: «C’è stato un grande equivoco, spero si sia finalmente chiarito. Via Ventura non è una scuola “autorizzabile” perché non è una scuola. Qualcuno ha strappato alla console un consenso parlando di “scuola italo araba”». Cosa succederà adesso? «Quello che compete al mio assessorato - ha ricordato Simini - è il controllo dell’evasione scolastica. Stiamo accertando se quei bambini vanno a scuola. Il mio compito è segnalare se le famiglie ottemperano all’obbligo scolastico».
La parola «scuola» è scomparsa anche dalle espressioni della professoressa in pensione, Lidia Acerboni, che collabora con l’associazione «Insieme» nel sostenere i corsi di Lambrate. «Abbiamo sempre parlato di doposcuola, riferimenti a via Quaranta e a “scuole” sono uscite dai giornali». Ma nella lettera firmata dal console si leggeva chiaramente che Sherine Maher dava la propria approvazione a una «nuova scuola privata italiana». «Quello è l’obiettivo che ci siamo prefissi, arrivare un domani, magari l’anno prossimo, a una scuola autorizzata bilingue». Perché non una scuola paritaria? «Perché le regole per aprire una paritaria sono troppo rigide e gli insegnanti stranieri devono avere un titolo riconosciuto in Italia. Ad esempio qui insegnano persone che non hanno l’abilitazione. È meno costoso cominciare con l’autorizzata, per arrivare in un tempo successivo alla paritaria».
Quanti bambini e quanti maestri frequentano via Ventura? «Gli scolari sono 25, gli insegnanti di italiano sono tre, quelli di arabo cinque». E i bambini al mattino vanno a scuola? «Qualcuno sì, qualcuno no.

Io mi occupo di organizzare il tutto e spiego alle famiglie come funziona la legge in Italia».

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