Caro direttore
sono un medico di base della regione Lombardia, stufo di sentir parlare solo di «malasanità» (per qualche caso isolato), nessuno parla dei casi di buona sanità (e sono la maggioranza). Se la popolazione italiana è tra le più longeve forse qualche merito è anche nostro e del nostro bistrattato servizio sanitario. Anche la recente notizia riportata da tutti i telegiornali e testate nazionali relative alle quote pagate a medici per pazienti deceduti o trasferiti, tutti hanno parlato di danno all'erario, non è assolutamente vero: il danno l'hanno avuto i medici, e non per colpa loro.
Mi spiego: come medici di base noi possiamo assistere al massimo 1.500 pazienti, e tra questi ci sono alcuni deceduti o trasferiti, oltre tale numero lAsl non ci permette di acquisire nuovi pazienti. Faccio presente che se un paziente muore io non posso assolutamente saperlo: non possiamo ogni due o tre mesi sfogliare tutto l'elenco dei nostri assistiti per controllare, non è compito nostro, c'è chi è pagato per farlo. Quando dopo anni chi di dovere si accorge delle migliaia di pazienti impropriamente pagati ai medici, questi sono chiamati a restituire interamente (e giustamente) quanto indebitamente percepito (su cui abbiamo già pagato le tasse); però nessuno mi indennizza per i pazienti che avrei potuto acquisire e che mi sono stati negati perché ero al massimale.
Noi medici subiamo incolpevolmente un doppio danno, prima economico e poi d'immagine perché veniamo sbattuti in prima pagina come dei profittatori, mentre la colpa è di quei «fannulloni», siano essi funzionari Asl o dell'anagrafe comunale che invece di fare il proprio lavoro tirano a campare sulla sicura poltrona. Mi permetto una proposta: perché non far indennizzare il danno, al funzionario dell'anagrafe comunale o dell'Asl? Vedrà come saranno solerti a comunicare qualsiasi variazione anagrafica...
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Di buona sanità in queste pagine si parla spesso, per la verità. Ma per quanto riguarda lo scandalo dei morti ha perfettamente ragione lei: il danno lo creano i «fannulloni» dellAsl o dellufficio anagrafe. Ministro Brunetta, che ne dice: si può intervenire?
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