Se è un assessore a scagliarsi contro le istituzioni nessuno protesta

Genova resta sempre la città del G8, «devastata dalle forze dell’ordine». Le reazioni alla condanna di secondo grado vanno tutte nella stessa direzione, tutti gridano allo scandalo perché non sarebbe stato giusto condannare i black bloc. O almeno i giudici avrebbero dovuto condannare anche i capi della polizia. La città che disprezza le divise anche sui muri - e ieri una nuova ingiuriosa scritta di esultanza per l’attentato di Kabul e per l’uccisione dei sei parà italiani era apparsa nei pressi della stazione Brignole prima di essere cancellata - sarebbe dovuta essere «risarcita» almeno con la condanna del capo della polizia.
Questo è quello che hanno ripetuto ieri molti esponenti della sinistra genovese. Ma anche esponenti delle istituzioni, che non hanno esitato a gettare discredito e fango sui magistrati, senza peraltro che nessuno gridasse all’attentato a principi costituzionali e allo scandalo democratico. «La storia di questa Repubblica, dopo questa sentenza, sarà sempre più immersa nel buio e nel silenzio dell’impunità - mette per iscritto il suo pensiero Enrico Vesco, segretario dei Comunisti italiani, ma anche fedele assessore della giunta regionale di Claudio Burlando -. Una blanda condanna ha colpito solo coloro che hanno eseguito gli ordini, quelli che hanno messo in atto la “macelleria messicana”. Per chi invece ha ordinato il massacro di 3 giorni, nulla di nulla.

I vertici della polizia invece del carcere hanno trovato spalancata la porta della promozione, quasi fosse loro garantita una speciale impunità per tutto ciò che hanno deciso e che decidono, fosse anche di massacrare anziani e ragazzi inermi». Un assessore contro la magistratura. Nessuno lo corregge.

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