«Se esce il mio nome posso fare una pazzia»

«Se esce il mio nome posso fare una pazzia»

(...) perché erano pazienti del dottor Ermanno Rossi, il ginecologo di Rapallo che si è ucciso dopo essere stato accusato di praticare aborti clandestini nel suo ambulatorio. Si tratta di otto donne, tutte con storie diverse e uguali allo stesso tempo. C’è l’impiegata che dopo la rottura della relazione con il fidanzato decide di abortire il figlio che aspetta da lui.
C’è la donna di spettacolo, che qualche anno fa aveva partecipato a un reality che decide di non tenere il bambino e viene sottoposta dal ginecologo a una «aspirazione» dell’embrione senza alcun dolore. Il caso risalirebbe all’inizio dell’anno e non avrebbe dunque nulla a che vedere con la carriera televisiva delle donna, che è anche abbastanza uscita dalle scene.
E c’è la signora che dopo aver provato il dolore di un aborto spontaneo viene sottoposta dal dottor Rossi a un raschiamento in clinica (ci sono le cartelle cliniche e la ricevuta dell’assicurazione sanitaria a confermare la natura dell’operazione), ma che si vede lo stesso indagata per violazione della 194. La 194, appunto. Si può dire con certezza che le donne sapessero che abortire entro il 90 giorno ma non in ospedale fosse reato? D’accordo che la legge non ammette ignoranza, tuttavia è possibile anche ammettere che, come qualunque intervento medico richiede le donne volessero privacy, per motivi che sono certamente riferibili alla coscienza di ciascuno.
Adesso le signore dovranno parlare con il pm Sabrina Monteverde che segue l’inchiesta, ma alcune sono talmente angosciate per paura che il loro nome venga risaputo che, spiegano gli avvocati, potrebbero commettere qualche gesto inconsulto.
Intanto si sono svolti ieri alle 9.30 in forma privata nella chiesa di Zoagli (Genova) i funerali di Ermanno Rossi. La scelta sarebbe caduta su Zoagli poiché è il luogo di provenienza della famiglia della moglie di Rossi e paese a cui la coppia era affettivamente legata.
Ai funerali, officiati con rito breve, hanno partecipato solo amici e parenti stretti, poi il corteo funebre ha seguito l’auto con a bordo il feretro fino al cimitero genovese di Staglieno.

Intenzione della famiglia sarebbe comunque quella di riportare il medico nel cimitero di Zoagli in un secondo tempo. Ieri i giornali erano comunque pieni di necrologi per la morte del dottor Rossi, segno che si trattava di un medico conosciuto e stimato da molti.

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