Ma se invece ci dicesse com’è andata?

Quello che leggete qui a fianco è un estratto della lunga citazione che l’avvocato di Roberto Mancini ha fatto pervenire al Giornale con la quale si chiedono 3 milioni (tremilioni/00) di euro per danni patrimoniali e (bontà loro) 500 mila virgola 00 euro per danni non patrimoniali. Oltre, s’intende, a interessi legali e rivalutazione monetaria. Siccome 3 milioni e mezzo di euro non sono noccioline, cari lettori, è giusto che lo sappiate. E soprattutto sappiate perché.
Prima però - lasciando il resto della spiegazione al collega Luca Fazzo, «reo» di aver dato cronaca a una notizia che era anche su agenzie di stampa e altri quotidiani -, devo ammettere e premettere: io sono sempre stato dalla parte di Roberto Mancini. Lo sono stato quando gli davano a prescindere dell’arrogante e dell’antipatico (ricorda qualcosa?) perché aveva riportato l’Inter a vincere dopo tanti anni. Lo sono stato il giorno del suo licenziamento, lecito perché nella facolta legittima di un presidente, ma che a mio parere andava gestito con più riconoscenza da parte dell’Inter. Questa volta però - e la premessa è finita - non posso essere dalla sua parte, caro Roberto. Perché questa volta la sua posizione è indifendibile.
Certo, si sa che gli avvocati ci danno un po’ di fantasia, ma escluderei che Roberto Mancini non abbia letto la citazione prima di dare il via libera. E allora: che l’addio all’Inter sia stato brusco e irritante è vero. Che la semplice conoscenza - venuta a galla in alcune intercettazioni - del «sarto» Domenico Brescia (appena condannato a 8 anni di cacere per spaccio di stupefacenti, e il pm ne aveva chiesti 7) sia stata usata come uno dei motivi dell’allontanamento dalla panchina nerazzurra, anche. Che però - suvvia - il Giornale le debba pagare 3 milioni e mezzo di euro per il trasloco dovuto allo stress di chi «è costretto a subire immediatamente il confronto con la nuova gestione dell’allenatore Mourinho» farebbe un po’ ridere se non fosse vero, scritto nero su bianco. E allora, caro Roberto, visto che qualche giorno fa al Salone Nautico di Genova non sembrava così stressato (ma magari è colpa dell’abbronzatura) e visto che 3 milioni e mezzo a lei non cambiano la vita (li darebbe in beneficenza, no?) mentre a noi magari sì, le lancio una sfida: lasci stare gli avvocati. Quanto e quando vuole avrà lo spazio in queste pagine per spiegare le sue verità, su Brescia, sull’Inter, sui giornalisti, su quello che desidera.

Ripeto: quanto e quando vuole, a meno che non abbia paura che una parola fuori posto le faccia saltare i restanti 4 anni di contratto con l’Inter a - si dice - 11 milioni lordi l’anno. Quello sì sarebbe un vero stress...

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