Se l’alta finanza perde il suo aplomb

Accerchiato dalla caustica lettera inviata dal fondo Algebris e dalla spallata tentata da Mediobanca, il presidente Antoine Bernheim si è battuto con tutte le forze per dimostrare la buona gestione delle Generali. Ha vinto la sfida interna ottenendo l’unanimità dal cda, ma resta da chiedersi come raccordare l’«energia» impiegata il 19 dicembre dal top manager verso i propri dirigenti con il tradizionale aplomb che circonda i salotti dell’alta finanza. Come coniugare la convinzione espressa dall’anziano uomo d’affari francese di aver subito un «attacco mafioso» da alcuni dei grandi azionisti italiani, con il blasone e la storia delle Generali. La maggiore multinazionale del Paese e la più pregiata delle «perle» nello scrigno di Mediobanca che con il 14% del capitale è il principale azionista della compagnia triestina.

Anche se il cda si è mostrato compatto sullo status quo degli equilibri di vertice, l’occasione per la disfida finale sarà l’assemblea dei soci di aprile. Quando sarà più chiaro quanti investitori istituzionali saranno pronti a seguire il fondo Algebris.

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