Se il «made in Italy» viene difeso dai robot

Ci sono delle macchine in grado di svolgere lavori prima appannaggio solo di persone

Riccardo Cervelli

Imprenditori, manager e addetti alla progettazione e alle attività operative delle aziende italiane abituatevi a sentire parlare sempre più spesso di Industria 4.0. E accettate di considerare questo concetto non come una semplice «moda», ma una realtà che sta cambiando il mondo della produzione in tutto il mondo.

Quando si parla di Industria 4.0, il riferimento va a un insieme di tecnologie quali per fare qualche esempio linee automatizzate in cui sono presenti, accanto ai sempre necessari esseri umani, robot che utilizzano l'intelligenza artificiale, sistemi di progettazione basati su potenti algoritmi di simulazione in grado anche di analizzare le esigenze e i sentimenti dei clienti, la stampa 3D, la realtà virtuale e l'Internet of Things.

Se ben introdotti, i sistemi e le metodologie dell'Industria 4.0 possono contribuire a salvaguardare la competitività delle aziende italiane e a rendere meno convenienti le delocalizzazioni produttive. Conoscere questa nuova «rivoluzione industriale», ma ancora più, confrontarsi e capire su come le sue novità possono essere effettivamente «utili», sono stati gli obiettivi di una giornata di studi organizzata a Piacenza in collaborazione tra Gaiotto, azienda del Gruppo Sacmi, e Università. L'incontro ha visto la partecipazione di personalità del mondo accademico, istituzionale e industriale. Per chi non lo conoscesse, il Gruppo Sacmi (1,4 miliardi di giro d'affari, 4.100 dipendenti) è una delle principali realtà italiane che sviluppano e producono macchine e impianti per i settori della ceramica, dell'imballaggio e dell'automazione. Per rafforzarsi in quest'ultimo settore, nel 1999 il gruppo ha acquisito Gaiotto, azienda piacentina specializzata in robot industriali. Moderatore del dibattito è stato Cesare Fantuzzi, docente del Dipartimento di Scienze e Metodi dell'Ingegneria dell'Università di Modena e Reggio Emilia. «L'Industria 4.0 ha introdotto segue la prima rivoluzione industriale causata dell'introduzione delle macchine a vapore, la seconda innescata con l'elettrificazione e la terza basata sull'informatizzazione. Dell'Industria 4.0 non esiste ancora una definizione univoca. Per me rappresenta un insieme di tecnologie che consentono la comunicazione e il controllo tra diverse tecnologie industriali grazie a computer situati in qualsiasi punto del processi produttivi. Questa trasformazione consente di implementare una robotica adattativa che consente di migliorare la qualità dei processi produttivi, mentre la raccolta e l'analisi di informazioni provenienti da sensori e altri sistemi informatici consentono a software di nuova generazione di proporre, in automatico, nuovi prodotti e servizi». «L'Industria 4.0 afferma Emilio Cavazzini, direttore generale di Gaiotto è nata in Germania ed esprime la capacità tedesca di fare sistema.

L'Italia, invece, abbonda di creatività. Per esempio, ci sono aziende che stanno sviluppando software rivoluzionari per il mondo ospedaliero». Unire i pregi dell'Industria 4.0 con il genio italico può far solo bene al made in Italy.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica