Segnali positivi e rinnovato clima di fiducia

La fase peggiore della crisi può dirsi alle spalle e l’Italia ha tutte le carte in regola per «agganciare» più e meglio degli altri Paesi. Ne è convinto il ministro per lo sviluppo economico, Claudio Scaiola, che ha precisato nei giorni scorsi: «Tra le imprese registriamo un rinnovato clima di fiducia, una maggiore propensione all’export, una ripresa degli ordini esteri. È la conferma che la fase peggiore della crisi può ormai ritenersi alle spalle. Gli analisti sono concordi nell’individuare nei Paesi emergenti le nuove locomotive della crescita e i dati lo confermano: la stessa Cina è finalmente tornata a esportare e, soprattutto, a importare; e i benefici per i Paesi fornitori non si faranno attendere». Scajola ha aggiunto che «si dimostra così la validità della nostra scelte di guardare con grande attenzione al mondo imprenditoriale cinese, e di effettuare nel 2009 importanti missioni imprenditoriali in Brasile, Russia e India».
Segnali positivi arrivano dai dati del commercio mondiale. «Nel terzo trimestre - ha sottolineato il ministro - gli scambi internazionali sono cresciuti del 4,3%: il primo incremento trimestrale dall’inizio del 2008. Dopo il calo del 2009, si prevede che quest’anno il commercio mondiale crescerà del 5%: diventa quindi essenziale fornire alle imprese quelle condizioni di contesto che possono aiutarle a essere sempre più competitive a livello internazionale». Per cogliere le opportunità della ripresa, ha assicurato Scajola, il governo proseguirà «nell’impegno per fronteggiare i pressanti problemi congiunturali che interessano l’economia, a cominciare dall’esigenza di assicurare adeguato sostegno alle imprese colpite dalla stretta creditizia». «Proprio per questo - ha ricordato - abbiamo assegnato ulteriori 250 milioni di fondi comunitari di fondo di garanzia per le Pmi». Ma la carta vincente è l’innovazione: è questo, per Scajola, «il vero motore dello sviluppo, la leva su cui agire per competere al meglio nel mondo post-crisi, creando un rapporto sempre più stretto tra imprese, università, centri di ricerca, banche e pubblica amministrazione».
Per uscire dalla crisi economica occorre «una nuova e ambiziosa politica per il rilancio dell’industria e delle imprese in Europa», ha sottolineato in settimana, intervenendo sugli stessi temi, il vicepresidente designato della Commissione europea, Antonio Tajani, responsabile per l’Industria e l’impresa. «Questo nuovo approccio - ha proseguito Tajani - al fine di essere efficace dovrà essere europeo, con il coinvolgimento degli Stati membri, e dovrà anche prevenire qualsiasi tentazione protezionistica».
Nel complesso - ha spiegato ancora il commissario designato all’Industria, «la crisi economica e finanziaria ci ha mostrato che va riaffermata la centralità dell’industria nel contesto dell’economia europea. Ciò presuppone un’industria integrata, aperta, dinamica, pronta a cogliere le opportunità presenti e future».
Intanto, per risolvere il problema della disoccupazione, la Regione Lombardia continuerà nella sua opera di sostegno «all’imprenditoria nuova, all’innovazione e all’impresa che si lancia su nuovi mercati», come ha ricordato il presidente del Pirellone, Roberto Formigoni, commentando i dati resi noti dall’Agenzia regionale per l’istruzione, la formazione e il lavoro.

«Abbiamo portato avanti una serie di iniziative», ha spiegato Formigoni, ricordando come la Regione abbia garantito tre miliardi di euro per favorire l’accesso al credito delle piccole e medie imprese. «Sono azioni che abbiamo sviluppato in tutto il 2009 - ha continuato - e ora stiamo studiando ulteriori interventi di questo tipo che illustreremo entro breve, non appena le avremo messe a punto».

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