Il pellegrinaggio di Bruno Ferrante, ieri scortato dal segretario ds Piero Fassino, approda alla Barona. È la campagna elettorale in periferia, lultimo leit motiv dellUnione, che scatena lironia del vicesindaco, Riccardo De Corato: «Trovo paradossale che scelgano proprio la Barona, una delle tante periferie riqualificate da questa amministrazione, dove è stato realizzato uno degli esempi più importanti di sinergia tra Comune e volontariato». E cita gli aiuti dati a don Rigoldi, il sacerdote che tra il pubblico della Barona fa da supporter di Ferrante («è uno che fa le cose»).
La descrizione che Fassino fa di Milano è un vero e proprio attacco: «Quindici anni di centrodestra hanno reso Milano una città opaca e grigia». E Ferrante si mette sulla scia: «Faccio fatica a capire quale sia il centro e quale la periferia. Il centro sta diventando periferia, vive solo di giorno, è senza residenti, un luogo marginale, non trovo lanima della città». E ancora: «Negli ultimi anni a Milano è mancata la politica, manca un'idea e una visione della città». E una delle gravi carenze, secondo lex prefetto, riguarda gli immigrati: «Nessuno si è preoccupato di un progetto di accoglienza».
Insomma, nelle parole del candidato e del segretario diessino Milano è una città terribile, impossibile da vivere sia in centro che in periferia. Fassino fa previsioni fosche («cè il rischio che la società esploda»), parla della «solitudine» come della condizione naturale della città.
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