In Senato la legge per finanziare il Coni con le scommesse

È un giovanotto di 80 anni il senatore Luigi Ramponi, in forza al Pdl, che negli ultimi tempi sta spendendosi in ogni forma per assicurare al Coni, e di conseguenza allo sport italiano, un finanziamento automatico da parte del Governo. Porta la sua firma il ddl su «Disposizioni in materia di autonomia finanziaria del Comitato Olimpico Nazionale Italiano» che la scorsa settimana ha iniziato l’iter in Commissione Finanze al Senato. Una firma importante perché il parlamentare ha ricoperto le più alte cariche militari, negli anni 90 è stato a capo del Sismi e ha ricevuto dal Presidente degli Stati Uniti la Legion of Merit, Degree of Officer. Nelle sue corde fortunatamente c’è anche lo sport. A fine anno scade infatti la normativa che assicura un budget di 470 milioni al Coni. L’apparentamento con i giochi è dettato dal fatto che le attività sportive, dopo essere state finanziate per decenni dai proventi della schedina del Totocalcio, in flessione ormai cronica, vengono per così dire coperte dai proventi di questo mercato che invece è in forte espansione. Ma la relazione non è automatica.
Nel ddl il senatore Ramponi scrive: «Appare non più rinviabile il ripristino di un meccanismo automatico di finanziamento, basato principalmente sugli eventi sportivi, collegato in primo luogo ai proventi delle scommesse sportive, attualmente in fase di forte espansione e, in secondo luogo, a una quota parte dell’intero settore dei giochi». E ancora: «Il meccanismo consentirebbe allo sport italiano di programmare per tempo lo svolgimento delle attività senza il rischio di vedersi ridurre i finanziamenti, a stagione sportiva in corso, a causa degli eventuali tagli delle varie leggi finanziarie».
La proposta destina al Coni l’intera quota parte delle entrate erariali ed extraerariali derivanti dai concorsi pronostici, dalle scommesse e da ogni altro gioco su base sportiva. Nel 2009 furono di circa 180 milioni, di cui 170 derivanti dalle scommesse sportive, quindi nettamente inferiori al tetto da raggiungere di 470 milioni. Di qui la necessità, prevista nel ddl, di ricorrere alle ulteriori risorse provenienti dall’intero settore dei giochi per arrivare al budget previsto. L’anno scorso la raccolta di tutti i giochi, pari a 54,4 miliardi, portò all’erario 8,8 miliardi. Nel 2010 si prevede un movimento di 60 miliardi, di cui circa 11 destinati alle casse dello Stato. Il tesoretto esiste, e infatti il Governo l’ha sfruttato a piene mani per venire incontro alle popolazioni terremotate dell’Abruzzo. Ma non è infinito e piace a molti, direi troppi, personaggi della politica.


Il presidente del Coni, Petrucci, si augura che l’esame del ddl si compia in tempi brevi per preparare al meglio la spedizione ai Giochi di Londra e incrementare l’attività sportiva nelle scuole di primo grado. Ne verrebbe a guadagnare in immagine il comparto dei giochi che tornerebbe di nuovo a essere il principale azionista dello sport italiano.

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