Vissuta nel VII secolo, Sexburga era figlia di Anna, re dell'Anglia orientale. Aveva quattro sorelle e una sorellastra, tutte venerate come sante. Nell'ordine, s. Ediltrude, s. Eteldreda, s. Etelburga, s. Virburga e s. Setrida. Sexburga andò in sposa al re del Kent, Erconberto, da cui ebbe quattro figli, due maschi e due femmine. Queste ultime, seguendo la tradizione familiare, sono sante: s. Ercongota e s. Ermengilda. I due coniugi fondarono un monastero a Minster-in-Sheppey. Qui, morto il marito nel 664, si ritirò Sexburga, prendendo il velo e diventando badessa. Era normale, infatti, per i nobili medievali fondare e dotare monasteri dove poter ritirarsi poi da vecchi («vecchi» in senso medievale, s'intende: magari a quarant'anni o anche prima). Non era un modo di assicurarsi la pensione o la casa di riposo, perché non tutti lo facevano. Ma a quell'epoca alla vita eterna si credeva sul serio e si considerava una fortuna avere il tempo per prepararvisi una volta sistemati i figli ed aver assolto ai propri compiti mondani. Sexburga, dunque, rimasta vedova, anziché fare la regina madre, lasciò la politica ai figli maschi e pensò alla sua anima scegliendo una vita di preghiera. Quando la figlia Ermengilda la raggiunse, volentieri rimise il monastero alla cure di quest'ultima e provvide per sé a un posto più defilato, l'abbazia di Ely.
Questa era stata fondata da sua sorella Ediltrude, che vi era divenuta badessa. Quando morì Ediltrude, Sexburga ne prese il posto alla guida di Ely. La santa di oggi morì verso il 699. Man mano che morivano, le sante sorelle vennero sepolte vicine.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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