Mentre due legali della nostra Avvocatura dello Stato sono giunti a Trivandrum «per alzare il tiro», come dice il sottosegretario agli Esteri Staffan De Mistura, della difesa dei due marò arrestati dalla polizia indiana, larmatore della Enrica Lexie, la petroliera sulla quale erano distaccati in missione antipirateria, chiede alle autorità del Kerala il rilascio della nave, ancorata al largo di Kochi. Una richiesta che sembra destinata a cadere nel nulla, vista che gli inquirenti indiani proseguono le indagini. Anche ieri, come aveva già fatto mercoledì, un gruppo di esperti della Marina indiana (MMD) è salito a bordo della nave. E proprio laltroeri Italia e India avrebbero sfiorato un nuovo incidente sulla petroliera, quando i funzionari della Marina indiana hanno cercato di far scendere dalla nave un marò per interrogarlo sullincidente che il 15 febbraio ha causato la morte di due pescatori indiani innescando la crisi italo-indiana. A un certo punto «è stato chiesto a uno dei quattro marò rimasti a bordo - ha rivelato un addetto ai lavori - di scendere a terra per un interrogatorio, e magari di farlo in borghese per non attirare lattenzione della stampa». Secondo la stessa fonte, De Mistura avrebbe «categoricamente proibito di accettare linvito, offrendo la possibilità di interrogare il marò a bordo, cosa che poi è stata accettata dalla polizia indiana». Ieri, invece, accompagnati da personale della nostra ambasciata a Mumbay e della nostra Marina militare, i funzionari indiani avrebbero prelevato lhard disc della scatola nera della nave.
De Mistura si è detto fiducioso nella conclusione positiva della vicenda. «Riporteremo sicuramente a casa i marò», ha dichiarato in collegamento telefonico con «Agorà» su Rai Tre, spiegando che «se la prova del nove, quella balistica, è a nostro favore si esce, non si ringrazia, si saluta e portiamo via i marò».
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