Silenzi e querele: il nervosismo della casta

da Roma

«Ma quale terrazza? È un balcone». «Una casa su due piani? Ma c’è un seminterrato». «Hanno pubblicato dove vivo. Li querelo». È questo il calibro delle reazioni degli abitanti di «Svendopoli» dopo l’inchiesta dell’«Espresso». C’è chi ha già querelato (Mastella), chi lo sta per fare (Baccini), chi smentisce (Marini), chi precisa (Violante e Mancino), chi tace. Nella giornata di pubblicazione dell’indagine, tra i primi a commentare è il presidente del Senato, Franco Marini, ritenendo «inaccettabile» quanto riportato dal settimanale sul suo appartamento. Partecipando a un dibattito nell’ambito della festa dell’Udeur a Telese Terme, Marini chiarisce che l’indicazione di una sua casa di proprietà che si sviluppa su due piani è assolutamente non vera. «La mia casa - spiega - è fatta con un seminterrato» e «con 5 stanze che sono al piano rialzato». E aggiunge: «Certo, ci si sta bene, ma uno dei due piani è uno scantinato che ho riaggiustato. Ai giornalisti chiedo di fare attenzione: sono 40 anni che non querelo nessuno e sono affezionato a questo mio modo di fare». Il vicepresidente del Csm Nicola Mancino si dice «rammaricato» per il suo coinvolgimento in «Svendopoli», spiegando che il trattamento riservato nei suoi confronti «non fu in ogni caso diverso da quello praticato nei confronti di comuni cittadini, dai cognomi rispettabili, ma non appartenenti al ceto politico».
Altro politico, altra precisazione. Luciano Violante spiega di aver acquistato il suo appartamento «da un’agenzia (la Pirelli Re; ndr) e non dall’Ina», per 327mila euro. L’esponente dell’Ulivo aggiunge inoltre che si tratta di un appartamento «di 70 mq circa», già abitato da lui, con «un pianerottolo di due metri quadri con una scala che porta al piano superiore dove ci sono due stanze, bagno e cucina», più «due terrazze che si affacciano sul cortile interno». Il senatore Mario Baccini (Udc) annuncia di avere già la querela pronta e chiede: «È lecito pubblicare il mio indirizzo o addirittura la mappa interattiva esponendo me e la mia famiglia alla mercè di qualunque squilibrato di mente? È informazione o cos’altro?». Si aggiunge anche Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl: inviando una lettera all’«Espresso» spiega di «aver acquistato 3 anni fa l’appartamento in questione composto da 4 vani e non da 8 come erroneamente riportato dal settimanale». Nella lettera il sindacalista precisa inoltre che «non c’è stato alcun privilegio nella compravendita come pretestuosamente sostiene l’“Espresso”», in quanto aveva in locazione la casa «da ben 16 anni» e come tale ha solo esercitato il diritto di prelazione che la legge stabiliva.

In serata interviene anche il garante per la Privacy: la diffusione di alcuni dettagli, (indirizzo o via dell’abitazione), «possono presentare rilevanti problemi di sicurezza». Comunque «non spetta all’Autorità per la privacy valutare».

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