«Avevamo più o meno 15 anni quando ci siamo conosciuti, da allora Silvio non è cambiato molto. Lo attaccano su tutti i fronti, ma lui è forte, ha sette vite come i gatti». Niente di meglio che Fedele Confalonieri, presidente di Mediaset, per raccontare lamico Berlusconi e quello che gli gira attorno. Occasione il faccia a faccia con Lucia Annunziata al Festival del diritto di Piacenza. Si parla di attacco della magistratura, di certe evitabili battute, dello spettro di una piazzale Loreto e del futuro di unazienda importante come Mediaset nel caso il premier si facesse da parte. Confalonieri fa largo uso di saggezza: «Certe battute emerse da recenti intercettazioni come quelle del caso Tarantini, il presidente del Consiglio le avrebbe potute evitare, ma che certa magistratura lo abbia attaccato in maniera incredibile è sotto gli occhi di tutti, si sta esagerando». Ci si chiede se questo attacco continuo possa minare il fisico e la mente. Negativo. «È pieno di energia, sta bene e reagisce alla grande nonostante le difficoltà». E poi «finché ha il voto del Parlamento deve andare avanti. Poi se lo manderanno giù, il presidente della Repubblica trarrà le conseguenze».
Ma a Confalonieri piace ricordare soprattutto le origini dellamicizia con Berlusconi che data «da quando avevamo 14-15 anni». «Ha un anno più di me, anche se camuffato un po sembra più giovane. In questo momento gli voglio più bene di prima». Lo chiamava ogni tanto, ora lo chiama tutti i giorni. «È stato preso di mira come nessuno, è stato spiato in ogni passo e telefonata, merita affetto». Confalonieri cita la frase riportata nelle intercettazioni: «Quando dice a tempo perso faccio il premier come si fa a non capire che questa è solo una battuta?». Il presidente di Mediaset è costretto a rispondere allAnnunziata che insiste sul caso escort: «Il giudizio della storia sarà quel che sarà, io dico solo che certe cose non ha fatto bene a farle».
LAnnunziata incalza sul conflitto di interessi. «Questo - dice Confalonieri - è un problema che andava risolto prima della discesa in campo. Adesso cosa fai? Prendi lazienda e la metti in mano a un notaio, a dei burocrati? Il conflitto di interessi cè ma non è detto che a beneficiarne sia la nostra azienda. Noi facciamo bene il nostro mestiere e per questo siamo rispettati dal pubblico». Azzoppare Berlusconi e azzoppare anche Mediaset «è una visione miope, da faziosi. E poi a che serve? Abbiamo 5000 dipendenti e ne facciamo lavorare altrettanti. Ho parlato di un timore ma credo che questo non sia più un Paese da piazzale Loreto. La gente di sinistra è ragionevole».
Chiusura con Michele Santoro, croce e delizia. Comunque un «cavallo di razza».
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