Una gestione «allegra» dell'autovelox, i limiti del centro abitato che si spostano in modo sospetto e una raffica di multe per centinaia di migliaia di euro. Tutto per dare legittimità ad un rilevatore di velocità che alla fine ha fatto finire nei guai un sindaco, due vigili urbani, altrettanti tecnici della società di gestione dell'apparecchiatura e un avvocato. È successo a Borghetto Vara, entroterra spezzino, dove il congegno più temuto dagli automobilisti ha operato per quasi oltre due anni, dal 2006 fino all'ottobre del 2008, in modo così «ballerino» da suscitare i sospetti del nucleo operativo dei Carabinieri della Spezia che dopo una minuziosa indagine hanno consegnato alla Procura della Repubblica un dossier con sei indagati tra cui il sindaco della cittadina Claudio Del Vigo.
La vicenda inizia tre anni fa quando il «velox» fisso e impresenziato inizia a funzionare dentro i confini del centro abitato. Scatta subito un richiamo della Prefettura e il rimedio è presto fatto, i limiti del borgo vengono «ristretti» lasciando addirittura fuori alcune case. Nel frattempo fioccano le multe ma l'unico vigile di Borghetto nega la firma sui verbali. In comune infatti le chiavi del velox non arrivano mai e la taratura del mezzo è affidata, sotto forma di consulenza, ad un vigile di Podenzana, comune dell'alta Toscana.
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