«Il sistema di governo della banca funziona»

nostro inviato a New Delhi

Corrado Passera difende il sistema duale di Intesa Sanpaolo: «Sta rispondendo alle nostre esigenze. In un solo mese abbiamo definito la struttura fino al quarto livello di manager e se dobbiamo valutare ora come è partito siamo soddisfatti». A New Delhi insieme con la missione Italia-India, al termine del forum i «ceo» dei due Paesi, l’ad di Intesa Sanpaolo ha fatto il punto su alcune questioni «calde». A partire dalla governance duale, criticata dal governatore di Bankitalia Mario Draghi. E pure, più velatamente, dall’ad di Unicredito Alessandro Profumo. Per Passera invece il sistema è servito a semplificare e rendere più efficiente la struttura decisionale: «Prima nelle due banche c’erano 5 entità, senza capire dove finiva il controllo e dove iniziava la gestione. Patto di sindacato, comitato esecutivo, cda, consiglio sindacale e assemblea. Ora ce ne sono solo due: un consiglio di gestione, che accompagna i manager nella gestione, e un consiglio di sorveglianza che controlla e verifica per conto degli azionisti. In sintesi, si passa da una struttura più complessa a una più semplice».
Per tutti questi motivi il capo azienda della Superbanca non prende in considerazione eventuali modifiche: «Neanche pensarle». Comunque Passera sottolinea l’aspetto innovativo del sistema duale e dice: «È appena nato, lasciatelo vivere. Troviamoci tra altri sei mesi per un’ulteriore valutazione». E in ogni caso non considera quelle di Draghi critiche, ma piuttosto «un giusto richiamo a mettere a punto i meccanismi della nuova governance». Così come, sui costi dei conti correnti, giudicati anche da Bankitalia troppo cari, Passera ritiene che il governatore faccia bene a «stimolare la concorrenza». Ma nello stesso tempo si difende a spada tratta. «Dire che i costi medi in Italia siano i più alti d’Europa non è vero. Bisogna considerare tre aspetti: il primo è che sui prezzi dei conti negli ultimi anni c’è stato un crollo vertiginoso. Si parlava di più di 500 euro l’anno, ora si parla di 90, di cui 30 di tasse. Poi oggi il costo di un conto copre molti diversi servizi. Infine è sbagliato parlare di prezzo medio: sarebbe come calcolare il costo medio degli alberghi, mettendo insieme quelli a 5 stelle e le pensioni».
La verità, secondo Passera, è che la concorrenza è aumentata, che l’Italia è l’unico Paese europeo con 4 reti controllate da banche estere, e che la capacità di offrire servizi sempre più ricchi deriva anche da ingenti investimenti in innovazione, tecnologia (2 miliardi solo per Intesa) e formazione. «La concorrenza ha portato a questo: oggi ognuno può trovare sul mercato il prodotto che vuole al prezzo che vuole. E noi siamo pure pronti, sentito l’Antitrust, a fare meglio. Ma non vedo perché certi nostri servizi debbano diventare gratuiti». Una battuta, infine, sulle Generali, deluse dall’obbligo dell’Antitrust di aprire a un terzo assicuratore (oltre a Eurizon) la piattaforma bancassicurativa di Intesa. Il che significa rinunciare a essere presenti in un terzo degli sportelli. «Non si può pretendere che siano contente».

Per Intesa, dice Passera, «ci saranno per noi vantaggi e uno svantaggio solo nell’avere un sistema un po’ più complesso». La terza compagnia verrà scelta «con un’asta aperta a tutto il mondo, che faremo presumo entro fine anno».

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