Il Consiglio supremo della Difesa lancia ufficialmente l'allarme sicurezza. "L’Italia opera in seno alla Comunità Internazionale, con tutte le capacità di cui dispone, per la pacificazione e la stabilizzazione della Libia - avverte - nello stesso tempo, per concorrere alla sconfitta dell’offensiva terroristica nei diversi teatri di crisi in cui essa si sviluppa e dai quali minaccia di investire il nostro stesso Paese".
Al termine del Consiglio Supremo di Difesa, che ha preso in esame le relazioni dei ministri degli Esteri e della Difesa, il Quirinale ha osservato "un quadro delle relazioni internazionali e della sicurezza in rapido e sensibile deterioramento in aree molto prossime all’Italia e all’Europa". A preoccupare sono, soprattutto, "la perdurante offensiva Daesh, il moltiplicarsi dei conflitti e l’instabilità nella regione mediterranea e nel vicino oriente, le crescenti ondate migratorie, nonchè le difficoltà incontrate dalla Comunità Internazionale nella gestione delle crisi caratterizzino un quadro delle relazioni internazionali e della sicurezza in rapido e sensibile deterioramento in aree molto prossime all'Italia e all'Europa". Per far fronte alle nuove sfide occorre, quindi, che lo "strumento militare" si riorganizzi. "La riorganizzazione delle Forze Armate riveste grande importanza e urgenza per il nostro Paese", ha avvertito il Quirinale chiedendo "scelte chiare sul piano tecnico e organizzativo". Ricordando che le risorse per la sicurezza e la difesa sono "produttive" per il Paese, solo se "impiegate con intelligenza e pragmatismo per prevenire prima ancora che per reagire", ha chiesto di concentrarsi, con realismo, "sulle esigenze di più immediato e diretto interesse per la sicurezza nazionale"
La preoccupazione che è emersa oggi al Colle è quella di un ritardo nelle misure da prendere soprattutto in vista dell’avvio del Giubileo, evento che non si può e non si deve sottovalutare nelle dimensioni e nei rischi. È in questa chiave che si legge un passaggio della nota finale della riunione quando si sottolinea come sia «necessario che gli sforzi siano concentrati sulle esigenze di più immediato e diretto interesse per la sicurezza nazionale, con realismo». Grande prudenza anche sulle missioni internazionali. La decisione sul rinnovo dell’impegno italiano in Afghanistan, confermano le stesse fonti, è stata rinviata al prossimo vertice della Nato di fine Novembre in Turchia dove si farà il punto con gli alleati.
Ma se la premessa è che «l’Italia opera in seno alla Comunità Internazionale, con tutte le capacità di cui dispone», la parola d’ordine è pragmatismo e nessuna fuga in avanti. Il no ad «atti unilaterali» esce confermato da questo Consiglio Supremo di Difesa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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