Il sogno di Walter, entusiasmo e tanto coraggio

Il sogno di Walter, entusiasmo e tanto coraggio

Walter Skara, come ha fatto sin dall'inizio a inserirsi in questo difficile mondo della moda tra vip e calciatori?
«La mia voglia di fare è oltremisura e senza confini, mi armo di tanto ottimismo e vado alla ricerca costante di nuove sfide e stimoli, inoltre hanno sicuramente influito i miei numerosi viaggi, mi hanno dato un apertura mentale non da poco, in quasi tutti i paesi che ho visitato e in cui ho soggiornato per diverso tempo ho sempre interagito con imprenditori e persone intraprendenti, tra questi mi sono scelto alcuni maestri importanti che mi hanno dato lezioni e consigli preziosissimi, e poi ho cercato di mettere in pratica tutto quello che ho appreso, in un campo diverso dal loro, ma conservando gli stessi ingredienti, naturalmente facendo anche degli errori, tanti errori. Come posso dimenticare Zvonko Skoric, il genio di Dubrovnik, lo sloveno Vlado Popovic, l'austriaco Albert Schermacher, l'ungherese James Vagy…? Zvonko usava dirmi continuamente: "Walter, un'attivita di successo è questione di tempo, e di qualità di persone. Trova della gente migliore di te, e sarai diventato bravo solo quando gli avrai dimostrato di essere migliore di loro!"».
Sappiamo che ha legato molto con Cesari, siete grandi amici vero?
«Graziano! Mio Dio che personaggio! Voglio fare a lui il ringraziamento più importante di tutti, è una persona di grandissima esperienza, che m'ha preso a cuore sin da subito, non so perché, eppure è uno che prima di entrare nelle sue grazie ce ne vuole! Oramai mi fa un po da papà, lo considero una guida, nella vita e nel lavoro, seguo sempre i suoi preziosi consigli, oramai diventati paterni. Grazie alle sue dritte e insegnamenti mi considero praticamente già ricco! Senza i suoi aiuti non sarei mai arrivato a certe tappe e a certi step, fondamentali in un'attività. Andiamo d'accordissimo, non mi abbandonerebbe mai».
Sappiamo che ha stretto un amicizia grandissima anche con Claudio Onofri…
«Penna bianca, si! Quanti urli nel campo di gioco! Penso sempre che prima o poi gli venga un infarto mentre gioca da quanto si altera! (Purtroppo gli urli sono rivolti sempre a me…)».
E che non si separa mai dal suo fotografo di fiducia…
«Esattamente. Ci tengo a ringraziare Claudio Colombo, conosciuto per caso, ormai diventati amicissimi, per l'infinito impegno che ci mette ogni volta nel realizzare un lavoro, che con lui diventa…un capolavoro; abbiamo iniziato quest'avventura insieme, 3 anni fa, quando ha fatto per me il primo servizio fotografico con i calciatori… Se mi ricordo! Questi sono entrati nello studio e hanno cominciato a palleggiare e a far le foche col pallone, rischiando di danneggiare costosissimi macchinari e apparecchiature da lavoro. Mi ricordo la faccia di Claudio, era diventato viola…! E poi ci provavano a turno con la truccatrice, che era pure la sua fidanzata, che figura!»
Come si trova ad aver condotto la sua prima azienda da solo e ora ad avere un altro progetto in società?
«All'inizio un po' di confusione, sa, sono abituato a prendere decisioni da solo senza interpellare alcuno, in una società devi sempre confrontarti. Ma poi con Marco e Ugo è nata sintonia, non ci sono quasi mai disaccordi nelle scelte e nelle decisioni… Direi che viaggiamo sulle stesse frequenze d'onda. Marco e io siamo un po il carattere "matto" ed esuberante del gruppo, ma poi ci pensa l' economo e pacato Ugo a riprenderci».
Dove volete arrivare con questo progetto comune?
«Beh, lontano naturalmente, facendo piccoli passi, uno alla volta. Viviamo un mercato dove bisogna essere accorti come dei serpenti».
Walter, qual è la cosa che le piace di più?
«Il cibo di Zeffirino! No scherzo… viaggiare e conoscere posti e gente nuova, sentire parlare altre lingue, scoprire le loro usanze, assaggiare i loro cibi, ascoltare le loro musiche, respirare climi diversi insomma…».
Qual è la capitale più bella che hai visto?
«Zagabria naturalmente».
E la piu divertente e trasgressiva?
«Bangkok».
Il paesaggio più suggestivo?
«Mah, direi le cascate di Plitvice in Croazia, sembrano quelle del Niagara ma un po' in miniatura. Ti senti un microbo quando le vedi da vicino. Anche il deserto del Qatar è un bel colpo d'occhio…»
E dove ha visto le donne piu belle del mondo?
«In Serbia, senza ombra di dubbio. Per le strade di Belgrado e Novi Sad… che difficoltà a non girarsi… che tortura ingiusta. Al secondo posto le croate, e poi le donne di Tallin…».


E le italiane?
«Una domanda di riserva?»
Beh, allora ci rivedremo presto, magari ci renderà partecipe della sua prossima creazione...
«Beh, in realtà un'altra invenzione nel cassetto ce l'ho, ma non ve la dico, se no andate a spifferarlo in giro».

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