Il sorpasso della bicicletta (e c'è anche quella di cartone)

«Ma tu non corri?». No, io non corro, ma a dirlo ci si sente sempre un po' in colpa davanti allo sguardo assatanato di colleghi e amici che hanno ormai imboccato la lunga strada della maratona. Li vedete, in fondo, per le strade e per i giardini delle vostre città, piccole e grandi che siano: si alzano alle 6 del mattino, occupano la pausa pranzo, lo fanno anche di sera appena tornati a casa dal lavoro. «Sai, correre è una specie di droga...», te lo dicono convinti ed in effetti pare proprio che sia così, anche perché questo viaggio verso l'immortalità bisogna pure farlo in piena salute. Correre, è vero, preserva contro un sacco di cose, e avere le coronarie pulite, i chili giusti e il colesterolo ammansito come un cagnolino giustifica questa maratona continua, intera o mezza chessia.

Oddio, qualche dubbio ti viene il giorno dopo le grandi imprese del weekend quando i colleghi maratoneti arrancano sulle scale con la schiena piegata o la sciatica in fiamme, però è tutto normale, «perché sai - dicono -, correre ti mette in moto le endorfine ed è come mangiare una barretta di cioccolato». Ecco, allora sono a posto: io mangio il cioccolato.

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