Ancora una sparatoria in strada, dopo la drammatica uccisione dei coniugi Spelta in via Muratori un mese fa. Un uomo di 39 anni è stato gravemente ferito a due passi dalla casa delle vittime e con modalità straordinariamente simili al precedente duplice omicidio. La vittima, colpita da nove proiettili, è stata trasportata al San Raffaele. La prognosi è al momento estremamente riservata, anche se non è ancora chiarissimo se gli aggressori volessero ammazzarlo oppure gambizzarlo per «dargli una lezione».
Massimo Enea Esposito non ha precenti, celibe, nullafacente abita alla Comasina in via Valdibondo 21, palazzine rosse immerse in mezzo al verde. L'altra sera stava camminando lungo un marciapiede di via Decorati al valore civile quando è stato raggiunto alle spalle dei suoi aggressori. I due arrivano in sella a uno scooterone, lo moto si ferma, il passeggero scende e inizia a sparare. Molti colpi, almeno nove che feriscono l'uomo in varie parti del corpo, quindi il pistolero risale sullo scooterone e fugge con il complice.
Viene lanciato l'allarme, Esposito viene raccolto dal personale del 118, è ancora vigile, ma non dice molto su chi l'ha sparato e perché. Viene portato in codice rosso al San Raffaele dove gli contano quattro ferite alla gamba sinistra, tre a quella destra, due al braccio destro, più due di striscio alla testa e al torace. Ferite compatibili con il tentato omicidio ma anche con una «gambizzazione» sfuggita di mano a un balordo alla prime esperienze. Sottoposto a intervento chirurgico, è ora ricoverato in prognosi riservata. Arrivano i carabinieri che cercano di individuare testimoni e telecamere e capire che arma, o armi, abbia usato lo sparatore. Sul posto non vengono trovati bossoli, dunque ha sparato un revolver, che però generalmente ha sei colpi, dunque il bandito deve averne usati due.
E questa è una delle singolari analogie che lega questa sparatoria a quella dell'11 settembre in via Muratori dove vennero uccisi i coniugi Massimo Spelta e Carolina Ortiz Pajaro, 43 e 21 anni. In base all'autopsia infatti, i due furono raggiunti da otto colpi, cinque lui tre lei, ma anche in quell'occasione non vennero trovati bossoli. Come se il killer avesse appunto usato due revolver oppure qualche pistola particolare come la Taurus brasiliana o la Smith & Wesson 627, entrambe dotate di tamburo con otto colpi. Armi assai difficili da trovare e viceversa assai facili da individuare in caso di comparazione balistica.
Seconda analogia. Massimo Spelta, come Esposito, era incensurato. Ma poi si scoprirà essere consumatore abituale di cocaina insieme alla moglie, come hanno confermato le analisi eseguite sui corpi. Incensurato ma con dei nemici tanto determinati e feroci da uccidere non solo lui ma anche la giovane moglie dominicana, per di più mentre teneva in braccio la figlioletta di un anno e mezzo, rimasta miracolosamente illesa in quell'inferno di spari.
Infine l'ultima inquietante collegamento con il caso Spelta: via Decorati al valore civile è a poche decine di metri da via Mecenate 84 dove abitavano i due coniugi assassinati.
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