Mettete insieme Muriel Spark e Edward Gorey. Ovvero, lautrice di Memento mori, Invidia, Il settimo conte di Lucan, Simposio e il più funereo e fulgente tra i disegnatori oggi in circolazione, conosciuto in Italia per Gattegoria, La bicicletta epiplettica, Lospite equivoco. Il risultato sarà Un bellissimo orologio (Adelphi, pagg. 27, euro 14, traduzione di Matteo Codignola), lennesimo gioiello de «I Cavoli a merenda», la collana per linfanzia più elegante dItalia.
«I Cavoli a merenda» che con linfanzia certo centrano: più o meno come il Topolino che - sintende, a scopi di esclusivo aggiornamento culturale - sottraggo settimanalmente a mia figlia, forse memore delle sottrazioni a mia volta subite da bambino, ad opera di cugini più grandi...
Il neogotico Gorey e la caustica e beffarda Spark. Il maestro del chiaroscuro e la macabra ed esilarante scrittrice. Un pennino inquietante e una grande penna, che insieme hanno partorito una bella favola dalle molteplici chiavi di lettura. Il tocco surreale, molto inglese, lironia del testo, la grande precisione e bellezza del disegno che, pur trasmettendo un messaggio rassicurante e perfino edificante - il sorriso e la democraticità del protagonista, appunto, il bellissimo orologio - non può fare a meno di comunicare turbamento, secondo la consolidata cifra artistica dellautore. Dietro ogni tavola di Gorey ci si aspetta che, da un momento allaltro, si spalanchino le porte degli Inferi... Come, del resto, dietro tutti gli atteggiamenti buonisti di questo mondo...
Siccome in questa Italia bambinocentrica gli infanti sono sempre più viziati e coccolati, la Signora Adelphi, che si prodiga nellinutile quanto lodevole tentativo di educare gli odierni mostriciattoli alla bellezza, ha pensato bene di fare una «doppietta» coi cavoli a merenda, abbinando a quella del volume Spark-Gorey, luscita di unaltra bellissima opera: Bibi e la voce verde, di Azar Nafisi e Sophie Benini Pietromarchi (pagg. 47, euro 18, traduzione di Livia Signorini).
Azar Nafisi è lautrice ormai famosa in tutto il mondo, di Leggere Lolita a Teheran che, per dirla con Salman Rushdie, «ha fatto conoscere al mondo la condizione dellIran di oggi meglio di qualunque reportage giornalistico». È la coraggiosa docente espulsa nel 95 dalluniversità di Teheran per essersi rifiutata dindossare il velo.
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