Spazi per la cultura Berengo Gardin inaugura «Forma»

Non solo mostre, il nuovo «museo» sarà anche luogo di incontro e crescita

Barbara Silbe

Da fuori mica si capisce qual è la forma. Anzi, Forma, con la maiuscola, sostantivo ma anche nome proprio assegnato a un nuovo spazio dell’arte milanese. Da fuori, osservando l’edificio dall’ombreggiata piazza dove si affaccia, sembra un parallelepipedo dalle linee pulite, allungato verso il cielo come la casina di Anna Frank. Appena entri non ti orienti più. Gli spazi candidi si espandono in orizzontale, si moltiplicano in ogni direzione e realizzi che questo progetto ambizioso è destinato a diventare davvero il cuore di molte attività culturali.
Forma è un ambiente multifunzionale dedicato al linguaggio visivo e all’aggregazione metropolitana. Forma è una struttura architettonica modernissima, sviluppata su una superficie di 1700 metri quadrati, di cui circa 800 adibiti ad area espositiva. È luogo di scambio e promozione, di incontro ed evasione, di gioco e creazione. È la nuova «dimora della fotografia», aperta da oggi in piazza Tito Lucrezio Caro 1 e voluta da Contrasto e dalla Fondazione del Corriere della Sera, in collaborazione con Canon Italia e Atm, l’Azienda Trasporti Milanesi che ospita Forma all’interno dello storico deposito dei tram nel quartiere Ticinese.
«Una ristrutturazione costata parecchio e non ancora finita», racconta Denis Curti, direttore della sede meneghina dell’Agenzia Contrasto. «Il centro sta a un passo dalla Bocconi e dall’Auditorium dell’Orchestra Verdi – prosegue – e si occuperà di fotografia a 360 gradi. I visitatori potranno godersi mostre di portata internazionale, ma anche acquistare libri al fornitissimo bookshop, concedersi una pausa alla caffetteria o al ristorante, navigare gratis nel web da una delle tre postazioni Internet messe a disposizione da Forma. E da metà settembre, il primo piano sarà destinato all’attività didattica: previsti workshop, laboratori, dibattiti, corsi e approfondimenti sugli argomenti più disparati (diritto d’autore, privacy, digitale e tecnologia)». Non solo la storia della fotografia, quindi, ma anche il contemporaneo, per registrare i bisogni e le necessità di chi all’arte si interessa seriamente. «Vogliamo mettere radici. Il nostro fiore all’occhiello – confessa Curti - sarà un master artistico, un vero corso di approfondimento di gestione dei beni culturali accessibile dopo la laurea e progettato in collaborazione con Naba, la nuova Accademia di Belle Arti di Milano».
Per l’inaugurazione, Forma ospita fino al 18 settembre una antologica dedicata al timido Gianni Berengo Gardin, uno degli autori italiani più apprezzati. Milanese d’adozione, è in attività da oltre cinquant’anni e con la sua inseparabile «Leica» ha sempre saputo raccontare i cambiamenti della nostra società con misurata ironia e originale umanesimo, osservando il mondo e infilandosi nelle pieghe sottili della vita in punta di obiettivo. «La fotografia mantiene giovani – dice Berengo con un mezzo sorriso – l’ho scelta per quello. Non essendo un credente, non mi aspetto l’aldilà e il lavoro che faccio è frutto del mio tenace attaccamento alla vita».

Un omaggio ai suoi 75 anni, che compirà il prossimo 10 ottobre, fatto di 150 scatti in bianco e nero, dagli anni Cinquanta a oggi, suddivisi in 11 percorsi tematici: Venezia, Lavoro quotidiano, Donne, Parigi, Empatia, Contro, Paesaggi con figure, Cerimonia, Milano, Sottigliezze, Vita di provincia. Il corposo catalogo è edito da Contrasto. Per altre informazioni, www.formafoto.it.

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