Spesa di gruppo sul web: così l’unione fa lo sconto (ma occhio alle fregature)

Spesa di gruppo sul web: così l’unione fa lo sconto (ma occhio alle fregature)

Una visita oculistica iperscontata, una pulizia dei denti a soli 29 euro, un check up caldaia completo a 49 euro anziché 180, per non parlare dei viaggi e delle cene a un costo davvero irrisorio. Offerte appetibili, soprattutto in tempi di crisi. Offerte che campeggiano sulle pagine Internet di siti che hanno rivoluzionato il mercato e che rappresentano l’ultima frontiera dell’e-commerce. Sono gli acquisti di gruppo on line, che da oltreoceano hanno fatto il loro ingresso anche in Italia. Con risultati e successi notevoli. Il re del settore si chiama Groupon, un sito nato a Chicago nel 2008 e che in poco tempo ha realizzato numeri da capogiro, con i suoi 83 milioni di iscritti e la sua presenza in circa 45 paesi. Sbarcato in Italia appena diciotto mesi fa, il 4 novembre si è quotato al Nasdaq, conta oltre 7 milioni di utenti unici, seguito da fratelli minori come Groupalia, LetsBonus, Jumpin. Basta un clic per registrarsi sul sito e in un attimo accedere all’infinita gamma di offerte proposte. Ma la vera rivoluzione consiste nella modalità in cui queste offerte vengono declinate. Ed è qui che entra in gioco l’acquisto collettivo.
Ogni giorno, vengono proposti prodotti scontati dal 50% al 90%. Basta scegliere l’offerta più consona, pagarla in anticipo con carta di credito e si riceve un coupon utilizzabile anche fino a sei mesi dopo. Se non viene raggiunto il numero minimo di acquisti prefissato, quella determinata offerta viene annullata, senza alcun addebito ai danni del cliente. Insomma, l’unione fa lo sconto. A stabilire validità, numero minimo di acquisto e prezzi è la stessa Groupon, che guadagna il 50% del valore del prodotto già scontato. Le aziende che vi aderiscono, contando sulla convenienza della loro offerta e sulla possibilità di far conoscere il proprio prodotto, puntano a fidelizzare il consumatore. E quest’ultimo, dal canto suo, ci risparmia fino all’inverosimile. Trentanove euro per una visita dermatologica, 199 euro per una imbiancatura con pittura lavabile di una superficie d 100 metri quadrati. Solo per avere un’idea. Ma in questo ginepraio di offerte e di clienti, non può stupire che siano sorti problemi di vario genere, se non delle vere e proprie fregature, soprattutto per il consumatore. Basta fare un giro sul web per accorgersi delle lamentele. A volte succede che l’esercente non abbia pensato di mettere un tetto alla disponibilità dei coupon e venga così sopraffatto dalle richieste. O che, per usufruire del servizio, il consumatore si ritrovi ad attendere dei mesi. O ancora capita che i servizi pubblicizzati differiscano da quelli acquistati o che il coupon non copra tutte le spese del servizio. Per concludere poi con la sensazione, per i possessori dei voucher, di essere considerati clienti di serie B. Per alcuni di questi inconvenienti, Groupon provvede a rimborsare il cliente, ma a volte capita che il rimborso tardi ad arrivare o che sia difficile riuscire a esporre il proprio problema al call center del gruppo. Per gli altri casi, il social site presenta alcuni problemi relativi alla reale conoscenza dei prodotti che vende e alla difficile selezione dei partner. «Noi chiamiamo tutti i nostri partner, certifichiamo la qualità dell’offerta e verifichiamo la valutazione dell’esercente in base a diversi parametri - spiega Federica Moscheni, responsabile della comunicazione di Groupon Italia – ma abbiamo avuto una crescita molto rapida, che non giustifica i problemi, ma è normale che ci vogliano dei tempi di assestamento».
Altro capitolo è quello delle prestazioni mediche, dentistiche e di consulenza legale offerte a un prezzo irrisorio, che se da un lato favoriscono una maggiore concorrenza, dall’altro hanno scatenato l’ira degli ordini professionali. Su questo punto Groupon è chiaro. «Noi verifichiamo il titolo dei dottori, se i medici sono iscritti all’ordine, da quanto tempo esercitano la professione e lavorano in uno studio privato», precisa la Moscheni.

Insomma, la genialità dell’idea di Groupon e i numeri del fenomeno parlano da soli. Il rischio è legato invece all’autorevolezza che saprà dimostrare in futuro e alla capacità di soddisfare i clienti. Cosa non facile in un’epoca in cui le lamentele sul web girano a velocità vertiginose.

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