Resta in Mediaset per altri due anni con una lunga lista di programmi da seguire e condurre. Riporta in video i suoi cavalli di battaglia, da Chi ha incastrato Peter Pan a Ciao Darwin e i suoi figli televisivi più amati, Il senso della vita e Music. Condurrebbe di nuovo Sanremo solo se non lo facessero più al teatro Ariston di Sanremo. Su Paola Perego e la chiusura di Parliamone Sabato pensa «che dietro quella decisione ci siano altre cose».
Ecco il Paolo Bonolis versione 2017/2019. Che, in effetti, non si discosta molto dalla versione precedente, in attesa delle sorprese annunciate di nuovi programmi sperimentali ancora da studiare. Dunque, tutte cancellate le indiscrezioni degli ultimi mesi sul ritorno dello showman in Rai in vista, soprattutto, della conduzione del prossimo Sanremo. Bonolis ha deciso di restare a Mediaset per due motivi, come lui stesso spiega. Il primo è che gli interlocutori sono più affidabili, nel senso che sono sempre gli stessi, dall'Amministratore delegato Pier Silvio Berlusconi in giù, mentre in Rai «ogni volta cambi direttore con cui parlare». Il secondo è che i progetti che gli ha proposto Mediaset «collimano di più con la mia vita quotidiana e le mie esigenze di vita». Terzo motivo, aggiungiamo noi, è il fatto che mai un pezzo da novanta come Bonolis, pagato moltissimo in Mediaset (a fronte ovviamente dei grandi risultati di share che ottiene) si sarebbe rimesso nei gironi infernali Rai, sotto, tra l'altro, la spada di Damocle del tetto degli stipendi anche per gli artisti (tetto di 240.000 euro, che per Bonolis è nulla).
Dunque, cosa presenterà lo showman nei prossimi due anni? A partire dall'autunno, in ordine ancora da definire precisamente, prima Chi ha incastrato Peter Pan? («dove i bambini fanno i bambini e non i piccoli adulti», specifica), poi la sua ultima creatura Music, lo show andato in onda a gennaio con buon successo di pubblico e anche di critica, nella speranza che vengano realizzate più di due puntate. «Music è il mio Sanremo - spiega -. Anzi realizzarlo è molto più stimolante rispetto a Sanremo, perché il Festival è un successo senza battaglia, si va in automatico, mentre con Music si può sperimentare». Dunque, escluso che Bonolis sarà in Riviera a febbraio 2018? «Per me e per il mio gruppo di lavoro il Festival potrebbe tornare appetibile solo se lo si volesse cambiare veramente, a partire dalla sede: il teatro Ariston non è adeguato, non ci si può fare nulla di nuovo, bisognerebbe trasferirlo in uno spazio molto più grande, basta vedere la grandezza dell'Eurofestival».
Poi, nel carnet ritroviamo il preserale Avanti un altro e il Senso della vita, il «catalogo dell'esistenza» a cui il presentatore tiene moltissimo che andrà in onda in prima serata su Italia Uno. A seguire, nella stagione tv 2017/2018, Scherzi a parte nella versione prodotta dalle Iene che fu un grande successo, e Ciao Darwin, lo show da molti bollato come trash. «Ciao Darwin è trash? - risponde ironico Bonolis - No, è la realtà che è trash. È un programma leggerissimo e divertente che racconta la realtà della gente di oggi, trasformata dai bisogni indotti, delle persone buffe e bizzarre che fanno parte della società». Un modo per Bonolis per rispondere alle critiche ricevute negli anni di essere cattivo, cinico, di rimestare nella pancia del pubblico meno accorto, di prendersi gioco delle persone semplici e meno preparate culturalmente che vengono invitate nelle sue trasmissioni. «Io non sono cattivo, non derido le persone, rido insieme a loro dei loro difetti, se uno ha un naso brutto ci scherziamo su e lui non si sente più a disagio».
Infine il capitolo Paola Perego, amica di Bonolis nonché moglie di Lucio Presta, che è manager di entrambi. Naturale la domanda sulla bufera che si è scatenata in Rai sulla chiusura del programma di Raiuno Parliamone Sabato dopo l'ormai famosa puntata dedicata alle donne dell'Est. Ieri sono partite anche due lettere di contestazione a due persone nel team di preparazione, primo passo dell'inchiesta interna.
«Mi dispiace - dice Bonolis - per quello che è successo. In tv si esercitano rapporti di forza in televisione. La Rai è un'azienda di Stato, deve far contenti tutti. Ed è difficile non ascoltare le lamentele di tutti, ma così si finisce per fare una televisione innocua dove l'ironia rischia di essere esclusa. Io ho visto il programma e non era successo davvero nulla.
Credo che dietro la chiusura ci siano altre cose e credo che se quel programma avesse fatto il 20 per cento non sarebbe stato chiuso. La rete, da cui è nata la polemica, rischia di diventare una forca caudina con le sue battaglie inutili ma non bisogna avere paura. I vertici Rai avrebbero dovuto avere le palle di rispondere».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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