Giuditta Nidiaci Una figurazione discreta, un'astrazione misteriosa: questa la sintesi e l'essenza del lavoro di Antonio Calderara, artista che nasconde e sigilla il suo mistero nelle campiture piatte di colore, che quasi ricordano un etereo Hopper, o un Magritte più naïf. La precisione del tratto si mischia alla spontaneità dell'acquerello, le tonalità pastello ci svelano emozioni sottese, da rappresentare come in un rituale reiterato e sistematico: dalle figure ai passaggi, veri e propri luoghi-feticcio come il Lago d'Orta e l'Isola di San Giulio, che furono per Calderara come fu Giverny per Monet, un vero e proprio hortus conclusus della sua arte. Dopo quasi dieci anni di silenzio le opere di questo raffinato artista tornano a brillare presso quei luoghi tanto amati.
La MEB Arte Studio di Borgomanero propone infatti la selezione Antonio Calderara Acquarelli dal 1954 al 1978, visibile sino al 26 marzo prossimo, che raccoglie i punti salienti della sua carriera e ne sottolinea il cruciale passaggio, tra gli anni '50 e '60, dalla figurazione all'astrazione. L'esposizione è realizzata grazie al supporto e alla collaborazione della Fondazione Antonio e Carmela Calderara a Vacciago di Ameno.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.