Che forza il supereroe non solo per ragazzi

Il Mercenario Chiacchierone è l'antisupererore per eccellenza

Che forza il supereroe non solo per ragazzi

Torna l'antisupereroe per eccellenza dell'universo Marvel pensato quasi solo per un pubblico adulto. Almeno negli Stati Uniti, dove lo sboccato e dissacrante Deadpool 2 è sempre vietato ai minori di 17 anni non accompagnati da un adulto (il primo episodio è stato il miglior incasso della storia statunitense per un film con quel divieto che in genere penalizza qualsiasi film).

In Italia invece tutti possono godersi le due ore tonde tonde di questo Mercenario Chiacchierone, come viene soprannominato per la sua parlantina, interpretato da Ryan Reynolds talmente in parte da partecipare pure alla sceneggiatura di Rhett Reese e Paul Wernick. Ma la trama spicciola, quella cosiddetta orizzontale, non è il centro narrativo del film che procede invece per gag, situazioni disparate, accumulazioni di eventi e, soprattutto, sequenze d'azione splendidamente orchestrate dal regista già autore di John Wick e Atomica bionda.

Ad ogni modo la storia racconta del protagonista Wade Wilson/Deadpool all'inizio così disperato da tentare il suicidio. Nel flashback scopriamo che la sua missione era quella di salvare Russell, un ragazzino fuggito da un centro clinico per mutanti che, per reazione agli abusi lì ricevuti, ha acquisito il dono di fare fuoco e fiamme. A questo punto entra in gioco il personaggio arrivato dal futuro di Cable (un grande Josh Brolin che interpreta per la seconda volta in pochi giorni un cattivo Marvel, il suo Thanos in Avengers è ancora nelle sale) anche lui in missione per salvare il piccolo esplosivo. Il resto è una sorta di Hellzapoppin' di battute sugli altri supereroi della Marvel, su quelli della rivale Dc, di prese in giro di film (da Basic Instinct a I Goonies), e poi di una miriade di citazioni solo in parte intellegibili, per via anche della velocità, se non si è cultori dei fumetti.

Il che può rappresentare sia un limite, per lo spettatore meno preparato, ma anche un punto di forza per il pubblico più specializzato.

Come sempre ricordatevi di non scappare sui titoli di coda perché c'è la divertente sequenza finale mai però veramente conclusiva.

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