Appena stanco, forse un po' frastornato dalla reazione enorme del pubblico, Zucchero ha subito voluto recensirsi da solo il concerto a Cuba: «Sono molto contento, lo aspettavo da ventidue anni». Poi però ha aggiunto: «All'inizio avevo molto entusiasmo. Poi ho temuto di non segnare questo gol». Proprio così.
Dai Zucchero, si dice sempre così dopo un successo. E così difficile da realizzare come in questo caso.
«No, a un certo punto non sapevamo proprio come risolvere certi problemi. E difatti avevo scommesso una cena con tanti: sarò fortunato se arriverò a suonare davanti a ventimila persone. Ora mi toccherà pagare un sacco di cene».
Non si lamenti.
«Tutt'altro. Abbiamo reso possibile una missione impossibile. Fino a tre giorni fa non avevo neanche i generatori elettrici, che erano bloccati in Messico».
Dopo il concerto al Cremlino nel 1990, dopo la perestroika, adesso il concerto a Cuba. Lei è abbonato alle missioni difficili.
«Io lo sognavo da allora, seguendo un filo logico che ormai non esiste più».
Su Internet qualcuno ha voluto trovare comunque una critica: il suo concerto a Cuba avrebbe legittimato le violenze del regime.
«Evidentemente in Italia a qualcuno piace sempre sollevare un po' di polverone. Ci siamo abituati da tanto tempo».
In effetti Bob Dylan ha suonato in Cina e gli hanno pure proibito di cantare i suoi pezzi politici. Jovanotti dice: «Suonare per un popolo non significa suonare per chi lo governa».
«Si può davvero pensare che io voglia venire qui per sostenere Fidel Castro? Io non supporto nessuno tranne la musica. Ho persino rifiutato la proposta di Mariella Castro di dire qualcosa a favore dei cinque cubani incarcerati a Miami per spionaggio. Lei mi chiedeva: fai un appello a Obama. E io: non ci penso neanche, sono fuori da queste logiche, anche se credo che l'embargo a Cuba non abbia più senso».
Comunque un concerto come il suo non l'ha mai fatto nessuno a Cuba.
«Ho realizzato un obiettivo che mi sono prefissato da quando per primo ho suonato al Cremlino nel 1990».
Zucchero scusi, a questo punto sarà senza sogni.
«No, vorrei fare un disco con Ennio Morricone. Lui scrive la musica e io i testi. E poi facciamo concerti insieme. Ecco: il mio prossimo gol sarà questo».
PG
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