Da Ortolani a Lavagnino, ecco i nostri tesori

Da Ortolani a Lavagnino, ecco i nostri tesori

Sì va bene c’è Morricone. E Nino Rota. D’accordo sono famosi in tutto il mondo e li conoscono senza se e senza ma. Però il tesoro delle colonne sonore è firmato da autori italiani che altrove vengono magari celebrati più che da noi. Come Angelo Francesco Lavagnino di Un americano a Roma del 1954. O Riz Ortolani, ad esempio, (nella foto) musicista magistrale e talvolta sottovalutato che dal 1962 ha messo sullo spartito capolavori come Il sorpasso e Mondo cane oppure le musiche della serie tv La piovra. E sapete perché tutto questo bendidio è passato talvolta in archivio? Perché era spesso introvabile. Sparito dai negozi di dischi. Inesistente sul web. Quasi rimosso dalla memoria collettiva, che lo aveva ridotto a essere la fugace comparsa di repliche tv a tutte le ore. Poi stop. Il nulla. Perciò adesso, per merito della Sugar di Caterina Caselli e Filippo Sugar, adesso il catalogo della CAm ritorna in commercio in versione rimasterizzata. Si inizia con dieci titoli, da La dolce vita a Rocco e i suoi fratelli fino a Il vizietto. E poi gli altri a seguire. Una luce nell’oscurità. Certo, ci sono stati momenti come la riscoperta del lounge a fine anni Ottanta, che ha dato nuova fama a Piero Umiliani. Per capirci, un compositore che da I soliti ignoti a La vendetta è un piatto che si serve freddo ha fatto la storia della musica. Idem per Piero Piccioni, azzoppato dallo scandalo Montesi ma poi firmatario di colonne sonore che sono nel cuore di alcune generazioni. Ad esempio, Fumo di Londra è uno dei film di Alberto Sordi forse meno celebrati. 1966, anno di transizione. Ma le musiche di Piccioni sono epocali per atmosfera e sapienza nella partitura. E ci sono gruppi lounge persino giapponesi che le hanno utilizzate come fonte di ispirazione. E non è un caso che Quentin Tarantino le abbia spesso riciclate nei propri film, da Kill Bill in avanti. Segno dei tempi. Uno dei titoli più significativi del 2011, il Drive con Ryan Gosling nominato agli Oscar e vittorioso di due Golden Globe, conserva nella propria colonna sonora anche il brano Oh my love che Riz Ortolani aveva composto per Addio Zio Tom del 1971. Insomma, un tesoro.

E un vademecum per comprendere quanto importanti siano state le composizioni di questo ultimo mezzo secolo nell’evoluzione non solo della musica ma anche del cinema. Perché, se ci fate caso, dietro a ogni grande regista c’è un grande compositore. Basta scoprirlo.

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