Il pianeta raccontato come un film

Riprese moderne e immagini inedite nei documentari BBC "Planet Earth II"

Il pianeta raccontato come un film

Narrazione pari a quella cinematografica, musiche da Oscar (di Hans Zimmer), tecnologia modernissima, uso di droni e telecamere a sensore, tre anni di riprese, location in quaranta paesi, 117 viaggi in giro per il mondo. Tutto questo fa della seconda serie di Planet Hearth uno dei documentari sul nostro pianeta più importanti al mondo, più visto dei programmi e delle serie più famose. Arriva in Italia, su Retequattro, dal 23 marzo, il documentario della Bbc, realizzato dopo dieci anni dal primo esperimento. Di diverso dalla prima edizione, che è stata vista nel mondo da 680 milioni di spettatori, c'è l'utilizzo di tecnologie che hanno permesso una risoluzione delle immagini straordinaria (in full Uhd+Hdr) e, soprattutto, una visione della natura così come la vedono gli animali, non dall'alto. Con un livello di dettaglio nelle riprese mai visto prima.

I documentari (sei di un'ora ciascuno) sono stati presentati ieri dal responsabile della Bbc Andre Renaud e dal filmaker Fredi Devas in un appartamento privato del Bosco Verticale, location scelta perché uno degli episodi intitolato Città mostra, tra gli altri temi, la realizzazione dei grattacieli progettati da Stefano Boeri (presente all'incontro) e realizzati dalla società Coima. Edifici diventati un esempio di moderno ecosistema e di integrazione tra natura e vita metropolitana che altri paesi vogliono imitare.

I primi due documentari in onda il 23 marzo sono dedicati a Isole e Montagne (gli altri saranno trasmessi in date ancora da definire entro primavera). Nel primo si vedrà la vita dei pochissimi esemplari di bradipo pigmeo tridattilo dell'Isola Escudo, la pericolosità del Drago di Komodo delle isole indonesiane, la caccia delle iguane marine delle Galapagos, la più grande colonia di pinguini pigoscelidi artici dell'Isola Zavodovski. Nel secondo il volo planare delle aquile reali sulle Alpi francesi, gli orsi Grizzly che si dilettano come pole dancer contro gli alberi delle foreste canadesi, lo strabiliante adattamento all'habitat naturale delle linci rosse del Parco nazionale di Yellowstone.

«Siamo molto orgogliosi - ha detto il direttore di Retequattro Sebastiano Lombardi - di esserci

assicurati i diritti di questi bellissimi documentari, per il prestigio che ci danno e perché si inseriscono nel solco di un canale che vuole fare divulgazione con un linguaggio spettacolare, a livello di cinematografia».

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