Cultura e Spettacoli

"Sono bianchi e etero". La vera censura contro Pio e Amedeo

Il tragico paradosso del politicamente corretto: si erge a paladino delle minoranze ma scredita le persone sulla base del loro colore della pelle e del loro orientamento sessuale

"Sono bianchi e etero". La vera censura contro Pio e Amedeo

Sta facendo molto discutere il monologo del duo comico Pio e Amedeo contro le derive del politically correct. Da Vladimir Luxuria, all'Arcigay passando per Aurora Ramazzotti, molti personaggi pubblici, vips e influencer, oltre che la stampa progressista al completto, sta attaccando il discorso pronunciato dal duo nell'ultima puntata di Felicissima Sera. "Non dobbiamo vergognarci di dire la parola ‘neg*o’ perché conta la cattiveria nella parola, conta l'intenzione. Se l'intenzione è cattiva, allora è da condannare. Il politically correct ha rutt'o cazz”, ha affermato Amedeo: "Ci vogliono far credere che la civiltà sta nelle parole, ma è tutto qua nella testa. Fino quando non ci cureremo dall’ignoranza di quelli che dicono con fare dispregiativo che è quello il problema, ci resta un unica soluzione: l'autoironia". E ancora: "Così noi dobbiamo combattere gli stolti, con un messaggio. Se vi chiamano ricch**ni, froci per ferirgli, voi ridetegli in faccia perché lo stolto non saprà cosa fare, la cattiveria non risiede nella lingua, è l'intenzione".

"Siete etero e bianchi, non potete capire"

Le dichiarazioni dei comici pugliesi, un grido di libertà contro il politicamente corretto, hanno fatto infuriare vips, influencer, associazioni Lgbt e la stampa progressista al completo. Molti - legittimamente - criticano i contenuti delle loro affermazioni e l'opinione di Pio e Amedeo sul politicamente corretto. Altri, tuttavia, sostengono che il duo comico non può parlare di razzismo e omofobia perché sono "bianchi ed eterosessuali" e quindi non posso capire e non sono in grado di esprimere una loro opinione: in buona sostanza chi predica buoni sentimenti e si batte controle discriminazioni delle minoranze (etniche o sessuali) finisce esso stesso per essere volgarmente discriminatorio, tentando di delegittimare chi la pensa diversamente in base al colore della pelle e dell'orientamento sessuale.

Le contraddizioni del politicamente corretto

Sono le grandi contraddizioni del politicamente corretto e dell'identity politics. Come ha spiegato sul Washington Post il grande politologo Francis Fukuyama, la politica dell'identità sta minando la democrazia occidentale perché tende a polarizzare, sempre di più, il dibattito politico. "Ciò che chiamiamo politica dell'identità è nata dai movimenti sociali degli anni '60, attorno alle richieste di afroamericani, donne, gay e lesbiche e altri gruppi emarginati per il riconoscimento della loro dignità e rimedi concreti agli svantaggi sociali. Queste richieste si sono evolute nel corso degli anni per soppiantare le istanze di classe e il modo tradizionale con cui gran parte della sinistra pensa alla disuguaglianza. Riflettono importanti rimostranze - spiega lo studioso -ma, in alcuni casi, hanno iniziato ad assumere un carattere esclusivo in cui le "esperienze vissute" delle persone determinano la loro identitò. Ciò crea ostacoli all'empatia e alla comunicazione".

Esattamente ciò che sta accadendo nel mondo anglosassone e che si sta ripetendo anche in Italia, dove la politica dell'identità sta prendendo sempre più piede.

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