"Il pop è più forte della politica. E a Fedez dico basta battutine..."

Esce il disco «Accetto miracoli» prodotto dal «gigante del rap» Timbaland. «Io a Sanremo? Niente conduzione, sarò ospite»

"Il pop è più forte della politica. E a Fedez dico basta battutine..."

Arriva sorridente ed emozionato, presenta un disco completo, inciampa in una velata polemichetta e poi, oplà!, parte l'avventura ufficiale del suo nuovo disco. «Sono uscito dalla mia zona di conforto, ho avuto una microcrisi che ho trasformato in una crisi creativa: ho sempre il terrore di crollare nell'abitudine». Insomma, ieri Tiziano Ferro ha presentato uno dei suoi dischi migliori, quell'Accetto miracoli di cui si parla da tempo e che, a scatola chiusa, gli ha già fatto «conquistare» due concerti a San Siro oltre che la pianificazione di un lungo tour negli stadi che dal 30 maggio lo porteranno in giro per l'Italia, da Milano a Roma e Cagliari, fino alla metà di luglio.

Glielo ha prodotto Timbaland, in pratica una delle divinità rap americane. «Ho cambiato squadra rispetto al passato, con lui mi sono trovato bene forse perché tutti e due avevamo voglia di ripartire da zero», ha spiegato Ferro al Museo del Novecento di Milano, con una vista clamorosa sul Duomo. Ora che vive a Los Angeles e si è sposato, Tiziano Ferro ha una visione più rotonda e distaccata: «Ho imparato a non rispondere alle offese», spiega.

E poi, quando gli si fa notare che in passato qualcuno (Fedez) lo aveva attaccato con un po' di volgarità, lui risponde senza citarlo: «Sono molto autoironico, mi spiace solo quando queste cose sono legate al sentimento e alla sessualità, perché anche una battuta può mettere un adolescente a disagio e che un idolo dei ragazzini mi prenda in giro su questo è un atto di bullismo molto forte, non solo verso di me».

La canzone è Tutto il contrario, dove i toni sono in effetti molto pesanti. Fedez via Instagram ha risposto quasi subito: «Mi stupisce il tempismo: questa canzone l'ho scritta a 19/20 anni, non avevo ancora una casa discografica e non avevo un pubblico e mettevo le mie canzoni online». E poi: «Mi fa strano dover rendere conto di una cosa che ho scritto 10 anni fa: quando si hanno vent'anni si è persone completamente diverse e ci si esprime anche con termini e toni completamente diversi. Infine il morbido rilancio: «Non ho mai pensato che quella canzone avesse offeso Tiziano. Ora che lo so mi sento di dire che non era quella l'intenzione e mi dispiace se poteva prestarsi a male interpretazioni. Anzi rilancio: Tiziano, rendiamo costruttiva questa brutta parentesi e facciamo insieme qualcosa contro l'omofobia». Vedremo. Intanto c'è un disco che mescola ballate con brani di attualissimo «urban» offrendo sostanzialmente il manifesto del nuovo Tiziano Ferro, quasi quarantenne, neo sposo di Victor Allen, residente per amore «nella bolla di Los Angeles» che però non conosce il resto dell'America. Come ha fatto Jovanotti, che ha cambiato team produttivo affiancandosi a Rick Rubin, così Ferro si è affiancato a Timbaland che «ha prodotto brani spesso senza neanche conoscere la traduzione del testo, ma il risultato è perfetto lo stesso». E non a caso Jovanotti duetta con Tiziano in Balla per me che è «proprio un duetto, non un featuring come va di moda oggi. Lorenzo è stato il mio primo idolo, a scuola avevo fondato un fan club per lui ma un compagno di classe mi ha battuto perché lui aveva creato un fan club per Morandi e ci aveva aderito anche la maestra. Però a Carnevale mi sono travestito da Jovanotti con il chiodo rosso e, in mezzo a tanti altri vestiti da Zorro o personaggi simili, pochi capivano chi fossi». In tutti questi anni, Tiziano Ferro è cresciuto, ha avuto successi grandi, ha toccato il cuore di un paio di generazioni con parole che pochi altri avrebbero saputo trovare.

Ed è autorevole quando, in velata polemica, spiega che «lo streaming rappresenta solo una parte della realtà musicale e dei gusti del pubblico» e annuncia che «Ultimo è stata la più bella notizia di quest'anno perché sento che gioca per la mia stessa squadra». Ossia per quella che mette ancora al centro la ricerca delle parole e il loro equilibrio stilistico.

Non a caso Tiziano Ferro si dichiara clamorosamente tifoso del pop («Il pop arriva dove politici e filosofi non arrivano») e del Festival di Sanremo: «Tutti lo criticano ma è come il panettone». Quest'anno (anche quest'anno, verrebbe da dire) farà la sua apparizione all'Ariston. Non come coconduttore, come si era pensato fino a un paio di settimane fa: «Non saprei nemmeno come fare». Sarà semplicemente ospite. «Ma io non ho ancora incontrato Amadeus, non ci siamo mai visti anche se stiamo tentando di parlare. Sono sicuro che alla fine ci verrà l'idea giusta».

Nel frattempo le canzoni di Accetto miracoli prenderanno quota, diventando - come molti prevedono - uno dei successi del 2019. Poi il tour. «La scaletta sarà composta soltanto dei miei singoli», spiega sorridente e, diciamolo, molto soddisfatto. In fondo è un bel traguardo.

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