Abbiamo spesso deplorato la riproposta dei successi cinematografici di ieri per invogliare il pubblico al botteghino con la promessa di ritrovare nelle vicende che ci avevano commossi lo spirito di un film famoso. Ma stavolta in Kramer contro Kramer l'irrimediabile nostalgia dell'originale non ha ragione di essere. Dal momento che il pluripremiato film di Benton del'79 non ha dato origine alla commedia poiché la pièce che vediamo, tratta da un romanzo dello stesso autore, precede cronologicamente la pellicola. Anzi la commedia, nel ritmo perfettamente scandito degli effetti che gioca con abilità sui contrasti di coppia ha un sapore se non inedito perlomeno singolare. Che fa sospettare in Avery Corman, l'autore, una scaltrita dimestichezza col taglio parossistico del teatro epico. Infatti in una serie di scenette che ricordano il primo Brecht, il dissidio tra i due genitori, il pubblicitario affermato da una parte che Daniele Pecci gestisce con impressionante aderenza psicologica e l'inquieta consorte Federica Di Martino che, nella scena del processo, sorprende per la freschezza della carica emotiva, travalica i moduli d'intrattenimentodel cinema commerciale (sia pure di qualità). E si tramuta in un prodotto di tutt'altro genere. Dove persino la comparsa del bimbo oggetto della battaglia legale diviene motivo di riflessione e di critica sociale, anche per merito del delizioso piccolo attore Francesco Borgese.
Confermandosi una confezione di classe.KRAMER CONTRO KRAMER - di Corman Regia di Patrick Rossi Gastaldi, con Daniele Pecci e Federica Di Martino. Milano, Teatro Manzoni
di Enrico Groppali
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