Cinzia RomaniTrionfo nero su camicia bruna. È la vittoria dell'atleta afroamericano Jesse Owens, che alle Olimpiadi di Berlino, nel 1936, si aggiudicò 4 medaglie d'oro in faccia a Hitler, infuriato per quel primato offensivo rispetto alla pretesa superiorità ariana, propagandata sotto le svastiche. E adesso Race. Il colore della vittoria (dal 31), biopic di Stephen Hopkins incentrato sulla parabola ascendente di Jesse, dal 1934 al 1936, racconta l'icona mondiale dell'uguaglianza in nome dello sport. A incarnare lo sprinter amato da Leni Riefenstahl, la regista del regime nazista che nel più bel documentario sportivo della storia, Olympia. Parte 1, gli dedica intensi primi piani, per esaltarne grazie e velocità, c'è Stephan James. L'attore, già attivista dei diritti civili in Selma, ieri ha lanciato il film al Coni. «Per me, Owens non è solo un eroe americano di colore, ma anche un eroe mondiale, al quale in molti guardano, sia come atleta che come essere umano. Entrare nei suoi panni è stata un'esperienza che mi ha cambiato la vita», dice l'interprete, sottoposto ai più duri allenamenti per imparare a correre nello stile di Jesse. Anche se 80 anni dopo il nazismo si ricorda la reazione furiosa del Fuehrer all'Olympia Stadion, dove il film è stato girato, va notato che neanche il presidente USA Franklin D. Roosevelt volle ricevere il campione alla Casa Bianca. Soltanto nel 1976 il presidente Gerald Ford invitò Owens formalmente, per ricevere il primo riconoscimento per i suoi successi sportivi. Del resto, le Olimpiadi berlinesi, le più importanti di sempre, sia per le difficoltà geopolitiche che bisognò superare (l'America voleva boicottarle), sia per la temperie storica, si ricordano ancora: dopo di esse nulla fu più come prima. E quel ragazzo povero, che dall'Alabama della Depressione sparigliò l'agenda razzista di Hitler, ora rivive sul grande schermo.«Anche oggi c'è del razzismo strisciante: basti vedere che cosa è accaduto a Hollywood, prima degli Oscar», riflette James.
Morto nel 1980, Owens, nato in Alabama e adolescente a Cleveland durante la segregazione, cercò fortuna a Hollywood. Ma, a differenza del campione olimpico Johnny Weissmueller, che sfondò come Tarzan, Jesse non riuscì a fare carriera.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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