Prima visione

Su parole di Mogol, Lucio Battisti cantava: «Che non si muore per amore / è una gran bella verità / perciò dolcissimo mio amore / questo è quello che / da domani mi accadrà: / piangerooò, siiì, io piangerooò». Piange e, peggio, barcolla il barcaiolo-muratore (Dario Castiglio) di In bilico sul mare di Anna Pavignano (Edizioni e/o), da cui Alessandro d’Alatri ha tratto il film Sul mare.
Ventenne a Ventotene, il Nostro perde l’equilibrio fisico come sintomo della perdita dell’equilibrio mentale, dopo la notte d’amore, in giugno, con una turista (Martina Codecasa) venuta a fare la subacquea. Notte d’amore che ha cancellato il ricordo di varie notti di sesso con altre turiste. Conoscere il paradiso rende il prima e soprattutto il dopo un inferno. E, quando lei torna, in agosto, la speranza di lui riarde solo per spegnersi quando diventa chiaro che un bracciante periferico non può ostacolare una carriera da costruire.
Insomma, lui rappresenta l’Italia di ieri, che sorrideva e sognava; e lei è l’Italia di oggi, che ringhia e calcola. E poi Sul mare capovolge i ruoli comunemente accettati nei film: fragile e indifeso, lui s’infrange contro di lei, promiscua e determinata.
Fin qui, tutto bene. Ma, per girare un film con molte scene in esterni, D’Alatri deve retribuire l’ospitalità per la troupe sprecando la sua maestria a una raffica di cartoline da Ventotene, che spiegano quindici dei trenta minuti di troppo della storia.
Poi, per rispettare la regola del cinema italiano (a sfondo del sud, personaggio del nord e viceversa), la sceneggiatura di D’Alatri e della Pavignano, fa di lei una genovese per residenza, ma milanese per nascita; però la dizione della Codecasa suggerisce il contrario, e il contrario non si poteva fare, perché un sub a Milano si tuffa male...


Inoltre camuffare il suicidio dell’innamorato/disperato - che si vede subito - da incidente sul lavoro elide il dramma sociale con quello individuale.
Come sosia di un Massimo Troisi che abbia sbagliato isola (Ventotene anziché Salina), Raffaele Vassallo è un omaggio all’Oscar sfiorato dalla Pavignano con Il postino.

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