Dal più piccolo teatro al mondo, un record da guinness dei primati, il Salvini di Pieve di Teco, al maestoso Carlo Felice di Genova, ricostruito in poco più di mille giorni, simbolo culturale del capoluogo ligure, al Modena di Sampierdarena, che sfida i grandi del centro città, al gioiellino a ferro di cavallo di Camogli, il Sociale, benedetto dal re e poi, da anni, purtroppo chiuso per una decennale diatriba fra proprietari privati, i palchettisti, e gli enti locali sui finanziamenti per i lavori di ristrutturazione.
Da La Spezia a Ventimiglia sono una quindicina i teatri liguri di alto livello. Una tradizione intensa che risale a metà dell'Ottocento, con il boom della costruzione di palcoscenici in tutta Italia, che una schiera di appassionati, dal critico Roberto Iovino alla storica Marta Musso, alla giornalista Barbara Catellani, hanno voluto catalogare in un libro. «E lucevan le stelle, la Liguri e i suoi teatri storici» è il titolo del censimento, unico e davvero approfondito, presentato ieri mattina in regione dagli assessori Fabio Morchio e Margherita Bozzano. Circa duecento pagine, editore fratelli Frilli, che saranno messe in vendita nelle librerie al costo di ventidue euro. Una bibbia dei palcoscenici della nostra regione che racconta la storia culturale, ma anche sociale e architettonica, realizzata grazie al contributo di alcuni sponsor, come la Mario Valle spa, che ha costruito il Carlo Felice, la Coin, aperta in via Venti Settembre a Genova sulle ceneri del teatro Margherita, all'oleificio fratelli Carli e all'enoteca pubblica della Liguria e della Lunigiana. Le pagine sono scritte anche con il contributo di Maria Cristina Castellani, Sergio Chierici, Flavio Menardi Noguera, Lucia Pescio, Franco Ragazzi, Maurizio Tarrini. La ricerca e la pubblicazione dei dati storici è cominciata alla fine dell'anno scorso. In ogni capitolo vengono proposti i teatri per provincia con un percorso che si snoda da un capo all'altro della nostra regione. Si sono privilegiati i palcoscenici inaugurati prima del Novecento con l'eccezione di quello di Ventimiglia che, tuttavia, ha sostituito un teatro risalente al 1736. Si è poi descritto l'attuale stato dei teatri, in ristrutturazione, chiusi o aperti al pubblico, ma ci sono anche strutture che hanno avuto un notevole peso culturale, pur essendo scomparse, come il Sacco a Savona e il Falcone a Genova. I testi sono corredati da fotografie in bianco e nero. Accanto al lavoro di ricerca e pubblicazione è stato mandato avanti un progetto di mostra itinerante, semplice e agevole, ma comprensiva di ogni informazione, realizzata su una ventina di pannelli. L'esposizione viaggerà da La Spezia a Ventimiglia nelle prossime settimane. Prima a Pieve di Teco, nel palazzo del Comune, poi al Forte dell'Annunziata a Ventimiglia, a palazzo Ducale a Genova, all'enoteca pubblica a Castelnuovo Magra, allo spazio espositivo centro Allende di La Spezia, al palazzo comunale di Camogli, nell'atrio del palazzo comunale di Savona, al museo dell'olivo Olio Carli di Imperia, nella sala mostre del museo archeologico di Finale Ligure.
«L'opera degli studiosi - spiega Morchio - è importante per la Liguria, terra di intensa tradizione teatrale, anche se generalmente non è conosciuta in questo senso. Un sottile filo rosso unisce il seicentesco teatro del Falcone con il Carlo Felice di Genova, tracciando una storia dello spettacolo ligure che mai è stato interrotto, anche durante gli anni bui delle guerre».
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