
La Juventus ha l'acqua alla gola. Altro che «...si impara a nuotare solo tenendo la testa sotto», immancabile tweet di Massimiliano Allegri post pareggino con il Chievo. Partita mediocre dei bianconeri, ma dialetticamente rigirata dall'allenatore con la conta dei tiri e chiamando in causa carattere e sfortuna. I campioni d'Italia fanno fatica a stare a galla, figurati ad andare in apnea, calcisticamente parlando andare in svantaggio, quando c'è confusione. Le riflessioni post-gara di Massimiliano Allegri rendono l'idea. Del tipo: «Devo trovare in fretta soluzioni per far quadrare al meglio questa squadra». Detto dopo tre partite di campionato e con la Champions alle porte, non è bello. E il lavoro gli si complica maledettamente perché domani a Manchester in casa del City non avrà Marchisio che si ferma per un problema all'adduttore: da quindici giorni a un mese di stop. Sei ko muscolari in due mesi riaccendono sono lo specchio della preparazione atletica. Che qualcosa si sia sbagliato, è evidente.
Se tre (Udinese, Roma e Chievo) indizi fanno una prova, la Juve ancora non è squadra e non ha gioco. Allegri, l'uomo delle partenze lente, ha confezionato la sua peggiore dai tempi del primo Cagliari, i famosi 5 ko di fila. Certo il profondo ricambio estivo chiede tempo per l'assemblaggio, e anche la pausa per le nazionali, i bianconeri i più impiegati della serie A, non lo ha favorito. Ma le scelte di Allegri non aiutano. Un esempio: Coman titolare alle prime due, con Dybala “panchinaro” nonostante numeri alla mano sia il migliore: tre gol (Supercoppa compresa) in quattro presenze di cui tre da riserva.
La gestione centellinata stile-Morata l'anno scorso non è riproponibile, perché allora c'era Tevez. E così l'infortunio di Marchisio dà la possibilità di riappropriarsi della presunta fama di «lanciatore di giovani». Domani a Manchester con Padoin escluso dalla lista Champions, gli restano Pogba, Sturaro, Pereyra e Lemina. «Servono incoscienza e sfrontatezza», ha detto Allegri a proposito del City. E magari quel coraggio che Tevez gli disse in faccia di non avere a Torino contro il Real Madrid. Perché Allegri dovrà decidere se fare la vittima sacrificale come con la Roma, quindi 3-5-2 coperto, oppure lanciare Lemina, che comunque in Champions ha già giocato.
A suo modo sarebbe una scossa, anche se servirebbe un elettrochoc della società prima che sia troppo tardi, cioè il tempo di inevitabili decisioni drastiche. Marotta si limita a un consiglio ad Allegri: «Non possiamo cullarci sulle vittorie conseguite». A suonare la sveglia ci hanno pensato i tifosi con i primi fischi.
Dopo la richiesta di aiuto di Buffon, ecco il pensiero social di Bonucci: «Facile applaudire quando tutto va bene. Il vero tifoso applaude quando il momento è difficile per aiutare la squadra». Un'impresa quando in campo vedi solo problemi. «Aiutati che il ciel ti aiuta». Vale sempre.