Brasile-Germania in pole poi Spagna e Argentina Ma occhio alle sorprese

I verdeoro favoriti per il titolo, Messi, Iniesta e Neuer ci riprovano. Belgio e Croazia outsider

Brasile-Germania in pole poi Spagna e Argentina Ma occhio alle sorprese

Da oggi il mondo del pallone è tutto (o quasi, ahinoi) in Russia. Con l'arrivo di Belgio e Polonia, i ritiri delle trentadue nazionali partecipanti sono al completo. E il conto alla rovescia per il fischio d'inizio è agli ultimi giri. Domani Russia-Arabia Saudita apre la caccia alla coppa del mondo. Affare per pochi intimi. Lo dice la storia. In venti edizioni, otto nazioni hanno scritto il loro nome nell'albo d'oro. Un torneo che ha da sempre come manifesto: Lasciate ogni speranza voi che non arrivate da favoriti. Dagli anni Novanta una sola eccezione, quella targata Italia che sbarcata in Germania con il fardello di calciopoli, capovolse il mondo nella notte di Berlino. E lì si è fermata: dopo due eliminazioni al primo turno e una mancata qualificazione.

E così in Russia ai nastri di partenza davanti a tutti ci sono le solite note. Lo dice un algoritmo di Opta, lo confermano i bookie. Brasile, Germania e Spagna, subito dietro Argentina e Francia. Il Brasile, che non vince in Europa da sessant'anni, da Svezia '58, furioso per l'onta del Mineirazo subito dalla Germania, ha qualcosa in più. E fa niente che dopo il Maracanazo non vinse subito. Le qualificazioni dominate hanno detto che lo choc è stato superato grazie a un normalizzatore come Tite per ct. Va bene il samba, quindi spazio alle bocche da fuoco a Neymar-Coutinho-Willian alle spalle di Gabriel Jesus, con Firmino e Douglas Costa inizialmente a guardare. Ma la vera forza è nelle spalle, stavolta. Tite ha blindato il suo Brasile con il giallorosso Alisson che non subisce gol da cinquecento minuti, appena tre reti incassate nelle qualificazioni. Blindato in campo, liberato fuori. Oltre alla spiaggia e al mare di Sochi per ricordare vagamente Rio e dintorni e combattere ogni forma di saudade, ci saranno famiglie e compagne insieme alla squadra nel resort. E fa niente che proprio in Brasile la formula del ritiro allargato si dice sia stata una delle cause della disfatta dell'Italia di Prandelli.

Regime di clausura per i campioni in carica della Germania, sistemati nella periferia di Mosca. Mogli e fidanzate tenute alla larga dal ct Loew, che sorveglierà pure su social e alcol. Chi sgarra è fuori anche perché quella tedesca è l'unica nazionale che ha due squadre in grado di entrare tra le prime otto. Ha recuperato Neuer tra i pali, ma la Germania è sempre la Germania, in più non ha neanche lo spettro personale dell'Italia (ahinoi). L'altra potenza europea è la Spagna che però da ieri deve convivere con un ct a fine corsa, perché Lopetegui è il nuovo allenatore del Real Madrid e chissà che non si presenti al Bernabeu da campione del mondo grazie anche ai quattro blaugrana in rosa, da agosto rivali dell'allenatore. Il destino che si incrocia coinvolge colui che ha piantato in asso proprio le merengues. C'è l'ombra di Zinedine Zidane su Didier Deschamps, un altro che potrebbe essere al passo d'addio. Ma prima se la vuole giocare con la Francia dei ragazzi terribili (Dembelè, Pogba e Mbappè) guidata dal piccolo diavolo di Griezmann, in lizza così come l'Argentina di Messi che si è qualificata in extremis, ma che può contare sul fattore orgoglio di una generazione di campioni arrivati all'ultima chiamata: ora o mai più.

E poi ci sono le outsider, quelle che se scocca la scintilla possono fare il colpaccio, mai riuscito al Mondiale. Il Portogallo di Cristiano Ronaldo, ha già dimostrato di esserne capace all'ultimo europeo. CR7 venerdì contro la Spagna potrebbe già ribaltare le gerarchie. Così come la Croazia italiana con l'Argentina alla seconda giornata del gruppo D.

Senza dimenticare il Belgio nello stesso girone dell'eterna incompiuta Inghilterra. In un Mondiale a metà tra Asia ed Europa, può essere la volta buona della sorpresa perché è la coppa più ricca: trentaquattro milioni per chi la alza. La Grande Madre Russia ti copre d'oro.

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