Varsavia. La domanda semplice semplice è la seguente: può un mal di schiena, con la complicità di una fastidiosa e dolorosa sciatalgia, impedire a Daniele De Rossi di giocare la semifinale dell'europeo 2012? La risposta dell'interessato è ovviamente scontata: «Qui non c'è da essere guerrieri o eroi. Io mi comporterei quasi allo stesso modo anche se dovessi giocare Roma-Triestina di coppa Italia. Voglio esserci». Insomma è pronto a farsi massaggiare, magari anche a farsi infiltrare, un anti-dolorifico, per non perdere questa occasione. Sarebbe la prima volta, visto che a Dortmund, nel 2006 rimase fuori per la nota squalifica. «Non faccio l'eroe, è che qui mi sento a mio agio con questa squadra, perché mi diverto, perché giochiamo a pallone», la spiegazione successiva è un omaggio alla nuova Italia che sta prendendo forma e anima in Polonia e che stasera può tornare nei ranghi oppure ritagliarsi un altro capitolo di una superba storia. «I tedeschi proveranno a disinnescare Pirlo, lo sappiamo, ma abbiamo anche altro noi» e questa è l'altra sfida da affrontare qualora dovesse riuscire a Ozil e soci di soffocare il pianista, di impedirgli di suonare la musica azzurra. Già, il pianista ha bisogno di qualcuno, De Rossi, Marchisio e Montolivo, disponibile a spostare il pianoforte, insomma a fare il lavoro sporco, la grande fatica in un contesto calcistico organizzato a dovere.
La domanda finale è un'altra: ma con Balotelli cosa è successo a Kiev domenica notte? «Uno scambio normale di frasi, eravamo anche distanti, come ne avvengono tutti i giorni nelle squadre di calcio. E nell'intervallo ci siamo chiariti e siamo stati seduti vicini, nessun focolaio di rissa come è stato scritto.
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