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Degenkolb si prende anche la Parigi-Roubaix

Capolavoro del tedesco, già vincitore della Milano-Sanremo. Una doppietta che non riusciva dal 1986. Solo 18° Wiggins al passo d'addio. Paura in corsa all'attraversamento di un passaggio a livello: incidente sfiorato

Degenkolb si prende anche la Parigi-Roubaix

John Degenkolb aspetta il velodromo. L'ultima curva e il rettilineo decisivo. Si alza sui pedali e si mangia Zdenek Stybar. Poi sono braccia alzate e il sorrisone spunta sotto i baffi dell'ex poliziotto. Dopo la Milano-Sanremo, ecco la Parigi-Roubaix. Nello stesso anno è un piccolo capolavoro, un gioiello di fatica e resistenza. Nel ciclismo iper specializzato degli ultimi anni la doppietta non succedeva dal 1986, quando toccò all'irlandese Sean Kelly. Ce la fa il tedescone della Giant Alpecin con la seconda volata di potenza e determinazione, sparigliando la concorrenza degli specialisti delle pietre (con Boonen e Cancellara out per gli infortuni). Terzo posto, con lacrime a dirotto dopo la linea d'arrivo per il belga Greg Van Avermaet. E per la Germania è solo il secondo successo nella storia della classica: il primo? Ben 112 anni fa, fu Josef Fisher a trionfare nella prima edizione del 1896.

Poca, pochissima gloria per gli italiani che da 16 anni non riescono a vincere, l'ultimo fu Andrea Tafi nel 1999. Giornata piuttosto anonima per i portacolori del pedale azzurro. Filippo Pozzato buca in avvio e passa la giornata a inseguire nella polvere. Daniel Oss lavora per la squadra (la Bmc di Van Avermaet e ha gloria personale), così come Matteo Trentin (nella Etixx Quickstep del secondo classificato Stybar). Il migliore è Marco Marcato (in maglia azzurra della Wanty) che attacca negli ultimi 30 km, ma viene ripreso e chiude 22°.

Giornata grigia per il protagonista più atteso, Bradley Wiggins. Il baronetto oggi dava l'addio al ciclismo su strada prima di dedicarsi al record dell'ora, atteso per giugno a Manchester, e al suo grande amore, la pista. Il vincitore del Tour 2012 resta con i migliori ma si fa sorprendere dall'attacco decisivo di Van Avermaet e Lampaert, poi raggiunti da Degenkolb e dal gruppetto di Stybar. Sarà 18° al traguardo nel gruppo che arriva a 31" dal vincitore. Con lui altri masticano amaro. Come il norvegese Kristoff, grandissimo favorito della vigilia, e solo decimo al traguardo. Al vincitore del Giro delle Fiandre, tre Giorni di La Panne e Scheldeprijs negli ultimi 15 giorni manca il colpo di pedale nei momenti cruciali e paga più degli altri i passaggi sul pavé.

La curiosità di giornata è il rischio di incidente con un treno in corsa. All'uscita del settore 17 di pavé si abbassa un passaggio a livello. Qualche corridore cerca di attraversare schivando le sbarre, prima del passaggio del treno. Il campione di Francia Arnaud Démare (FDJ) sbatte contro una barriera nel tentativo di attraversamento. Il resto del gruppo, grazie anche all'intervento di un poliziotto, viene fermato prima del convoglio. Dopo gli incidenti a ripetizione con le auto dell'assistenza al Giro delle Fiandre è già un bel sospiro di sollievo.

Domenica prossima si torna in strada, sempre al Nord, con la Amstel Gold Race, corsa tradizionalmente più favorevole ai colori italiani.

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