È partito per primo (il 23 maggio l'annuncio del portiere Maignan, sostituto di Donnarumma), rischia di arrivare in ritardo al traguardo del completamento della rosa da mettere a disposizione di Pioli. A poco più di 10 giorni dall'appuntamento di Marassi, esordio in campionato a Genova contro la Samp, ci sono ancora molte caselle vuote e molti nomi sulla lista di Maldini e Massara da valutare. La spiegazione è abbastanza semplice: col riscatto di Tomori e Tonali, l'acquisto del portiere francese e di Giroud, l'operazione di altre pedine, è già stata spesa una parte consistente del budget messo a disposizione dall'azionista. Non solo: il piano dell'area tecnica, fin dal primo giorno, è stato preciso. E cioè cedere un paio di pedine (Hauge e adesso Castillejo) e aspettare gli ultimi giorni di calciomercato per chiedere e ottenere con prestiti o a prezzi di saldo alcuni esponenti dei top club che dispongono di risorse illimitate (Chelsea per fare un nome che ricorre per Bakayoko e Ziyech) ma devono ridurre il numero dei tesserati in rosa. C'è stato un tempo nel quale Ilicic, per esempio, sembrava destinato a Milanello mentre gli ultimi aggiornamenti da Bergamo hanno riferito di una nuova intesa con Gasperini. A questo ruolo adesso è stato candidato Florenzi che ha altre caratteristiche tecniche oltre che altre cifre.
Oltre al rinnovo di Kessiè tornato d'attualità con il ritorno in Italia del centrocampista da Tokyo, il nodo più intricato è quello del sostituto di Calhanoglu. Pioli - che fa sapere di essere in perfetta sintonia con l'operato del club - considerava il turco una pedina fondamentale del suo centrocampo perché svolgeva due compiti in uno, di lotta e di governo, di fatica e di suggeritore per Ibra e soci. Nel vederlo partire, ha masticato amaro. Oltre al marocchino del Chelsea, infortunatosi nella finale di supercoppa d'Europa, le gazzette di calciomercato hanno lanciato la candidatura di Yachine Adli, 21 anni, centrocampista del Bordeaux. Anche qui però siamo dinanzi a una scelta che accentuerebbe la tendenza francese della divisione osservatori guidata da Moncada, francese appunto, senza però risolvere il quiz del numero 10, tanto per intenderci sul ruolo. La cifra tecnica collettiva del Milan attuale pesa meno, forse anche molto meno, rispetto a quella della passata stagione che pure ha fatto i conti con la lunga assenza di Ibrahimovic. Giroud offre maggiori garanzie rispetto a Mandzukic ma questa è l'unica plusvalenza tecnica guadagnata. E non può certo bastare per una stagione nella quale c'è da onorare il ritorno in Champions league dopo i sette anni di digiuno, patiti anche sui conti del bilancio che è stato rimesso in sesto a costo di sanguinosi esborsi.
Intendiamoci: nessun analista è così folle da chiedere che il Milan debba
fare meglio del precedente torneo perché significherebbe candidarlo allo scudetto. Ma immaginare di superare il primo girone di Champions e arrivare tra i primi quattro non è missione impossibile. Che per ora resta lontana.
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