Nessuno aveva dubbi che Novak Djokovic sarebbe arrivato in finale agli Australian Open, così come che quanto successo a suo padre Srdjan fosse frutto del solito fraintendimento: «Dopo ogni partita lui va a ringraziare i miei fan per il supporto. La foto che ha fatto era di passaggio. Sfortunatamente alcuni media lo hanno interpretato in un modo sbagliato, ma come ha detto papà noi siamo contro ogni guerra. Pensava fossero bandiere serbe». Così il caso è chiuso, anche se il padre ha visto la semifinale con Paul (vinta da Nole 7-5, 6-1, 6-2) in tv («Noi tra gli orrori ci siamo passati, non volevo causare tutto questo», il figlio: «Spero ci sia in finale») e l'ucraina Kostyuk ha fatto notare che «c'erano bandiere con Putin, quelle dei separatisti del Donetsk, le maglie con la Z». Insomma: impossibile notarle? Meglio allora tornare a parlare di tennis, visto che stamattina (ore 9.30, Eurosport) si giocherà la finale femminile tra Rybakina e Sabalenka, un'ex russa ora kazaka e una bielorussa senza bandiera, tanto per stare in tema. E poi ecco quella di domani che deciderà anche il nuovo (o vecchio) numero 1 del mondo: per Djokovic è la 33.ma di uno Slam, la decima in Australia (non ha mai perso) per il Major numero 22 (come Nadal). Per Stefanos Tsitsipas è invece Disneyland, visto che finora in finale c'è stato solo a Parigi (2021): fu battuto da Novak, che ora dice di non ricordarsi quel match. «Ah sì? Non me lo ricordo neppure io...
» ha risposto ridendo il greco dopo aver battuto Kachanov (7-6, 6-4, 6-7, 6-3), lui che ha un'idea fissa in testa: l'attrice (australiana) Margot Robbie. «Mangiare polpo con patate all'Acropoli con lei sarebbe un sogno - ha detto -, ma prima devo vincere la finale». Ovvero un' impresa che resta difficile. Anche secondo il marito di lei.
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