La fame di Mertens esalta il nuovo Napoli più cinico che bello

Pesante quinta vittoria di fila per la capolista. Decide il belga che a pranzo segna sempre

La fame di Mertens esalta il nuovo Napoli più cinico che bello

Nel calcio esiste la legge dei grandi numeri. E nella temuta battaglia di Bergamo con il tabù Atalanta (tre vittorie nelle ultime 4 sfide dirette) il rischio per il Napoli era quello di interrompere la lunga striscia positiva lontano dal San Paolo. A finire invece è stato il digiuno realizzativo di Dries Mertens: il belga non segnava dal 29 ottobre scorso e ha scelto la giornata più importante per tornare alla gioia personale. E se Sarri non gradisce le partite di mezzogiorno, l'attaccante sembra avere un gran feeling con il «lunch match»: ieri nono gol all'ora di pranzo, lo stesso numero di un ex del Napoli mai dimenticato (Cavani) e uno in meno di un altro ex odiatissimo (Higuain). La ripartenza azzurra è quella giusta e la quinta vittoria di fila alimenta le speranze di prendersi il traguardo massimo del campionato, dopo aver abbandonato Champions e Coppa Italia proprio nelle ultime serate (inutili) di gloria realizzativa di Mertens. «Abbiamo vinto e ho segnato, siamo felici per noi e per i tifosi, questo è un piccolo passo verso il nostro sogno, speriamo...», così il belga.

L'esame Atalanta diventa così l'ennesima cartina tornasole del nuovo Napoli, che ha cambiato modo di vincere le partite. Una volta la truppa azzurra doveva segnare più gol possibile per non rischiare di gettare al vento prestazione e risultato a causa di un inevitabile errore difensivo. Oggi basta un acuto per prendersi i tre punti, come dimostrano le gare di Roma con i giallorossi di Di Francesco, Udine, Crotone e appunto ieri. Partita nella quale Reina ha sfoderato la paratona sull'unica vera conclusione in porta degli atalantini (il tiro di Cristante), portando a quota 10 il numero di gare senza subire gol. In pratica, la metà dell'attuale campionato.

A Bergamo la squadra di Sarri, che ha dovuto rinunciare ad Hamsik titolare per la prima volta dopo 105 gare di fila in A, ha giocato con il piglio e la sicurezza della grande, gestendo il primo tempo in cui i bergamaschi sono stati più verticali e intraprendenti e colpendo nella ripresa al primo affondo. E con il minimo sforzo il Napoli aggira il pericoloso ostacolo dopo le due settimane di sosta. L'appetito di Mertens è stato il rimedio di Sarri al brivido Atalanta. «È un animale da gol, di lui non mi privo mai, nemmeno quando è al 60 per cento», così Sarri sull'ormai ex falso nove. La rete di Bergamo porta in dote qualche dubbio sulla posizione di partenza del belga, che sembra leggermente avanti al difensore di casa. «Se non ci fosse la Var sarebbe una situazione accettabile, ma se la Var dimostra che è fuorigioco, la decisione lo è molto meno», si lamenta Gasperini, ieri in tribuna per squalifica e comunque critico con i suoi, bravi solo per un tempo. «Non avevamo la stessa lucidità e velocità d'esecuzione, anche se la gara è stata equilibrata», dirà il tecnico. Troppo poco contro la regina del campionato.

Il cui condottiero Sarri, incassati tre punti pesanti nella corsa scudetto, non riesce a godersi a pieno il primato mantenuto. Stretto tra le domande sul futuro («faremo il punto tra 2-3 mesi, la clausola non è un problema»), il battibecco con Insigne al momento del cambio non gradito dal calciatore («io e Lorenzo litighiamo 3-4 volte a settimana, sono cose normali.

Ci arrabbiamo e subito finisce lì») e la stoccata alla Lega di A che nelle prossime 9 partite di campionato farà giocare il Napoli sempre dopo la Juve («un errore mastodontico: si poteva mediare e farci giocare in contemporanea oppure qualche gara prima di loro»). Dopo partita stonato e nervoso con Koulibaly che mentre stava rientrando negli spogliatoi, è stato preso di mira dai soliti cori razzisti e sfiorato dal lancio di una bottiglietta.

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