Inter e Balo, multe dell'ipocrisiail commento 2

di Riccardo Signori
Saranno contenti i giornali inglesi che hanno parlato di una notte razzista e d'inferno per Balotelli, stupendosi della scarsa eco mediatica su quelli italiani. Da qual pulpito: i tabloid inglesi sono famosi per raccontare che una mosca affoga in un bicchiere. Molto meno se l'argomento è più serio. Ma ieri il giudice sportivo Tosel li ha ascoltati. Multa di 50mila euro all'Inter per cori razzisti contro SuperMario e un altro giocatore milanista (Muntari), segnalando con puntigliosa attenzione perfino i minuti dei cori, e diffida alla società.
Multe a Inter e Milan per striscioni insultanti. Multa di10mila euro e ammonizione a Balotelli (ieri sofferente per una botta al ginocchio: giornata storta) e qui lasciamo parola a tutto il virgolettato del giudice «per avere, rientrando negli spogliatoi al termine della gara, rivolto ai sostenitori della squadra avversaria un plateale gesto insultante; infrazione rilevata dai collaboratori della procura federale». Certo, così plateale che, a mala pena, è stato pescato da un filmato (vedere per credere), mentre Balotelli stava per entrare nel tunnel degli spogliatoio scortato dai dirigenti milanisti: il gesto di un attimo, non proprio da lord ma non è raro vedere i giocatori toccarsi i santissimi, anche in modo molto più plateale. Insomma qui hanno proprio voluto vedere. I guardoni dal buco della serratura esistono dovunque. Allora anche il gesto di Lietchsteiner è scurrile.
I soliti pozzi di retorica giornalistica, i bacchettatori di professione, saranno minimamente soddisfatti dalla sentenza. Quando invece dovrebbero dolersene. Questa è una doppia sentenza, quella sull'Inter e quella su Balotelli: non di ordine pubblico ma a ricercare l'applauso e a mettersi in pace la coscienza. Comunque fossero andate le cose, non sarebbe mancata. Sennò come soddisfare la fame di scandalo quando c'è di mezzo Balotelli? Che comunque ci mette sempre del suo. Siamo alle solite: cosa significa essere razzisti in uno stadio? Soffocare un giocatore di buuu? D'accordo. Ma così non è stato. Ne basta uno soltanto, due-tre casuali? Ma quando non c'erano i neri in campo, negli stadi si udivano ugualmente i buu! Li chiamavano cori di disapprovazione. Il razzismo è una brutta bestia, ma non è tendendo l'orecchio per pescarne uno al volo che si combatte e si batte. In tal caso ogni settimana dovrebbero volare tre -quattro, forse dieci multe per razzismo, considerato che le partite in serie A sono solo dieci. Figuriamoci in B e altrove.

Stavolta, invece, San Siro, anche per il buon lavoro dietro le quinte di Milan e Inter, si era mantenuto a livelli soft: i fischi non sono razzismo, i cori contro mamme e papà sono ingiusti e ingiustificabili, ma a quanto pare contano solo per alcuni genitori e non per tutti.

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