«Io e quell'Italia di amici che sbancò il Bernabeu»

Oriali: «Siamo ancora tutti legati e ci sentiamo in chat...Ma lì ci ho vinto anche con l'Inter»

Firenze Lo guardi e ti stupisci: in fin dei conti dalla foto di una notte pazzesca, era l'11 luglio 1982, sono passati trentacinque anni, ma Lele è praticamente uguale. Al Bernabeu aveva i baffi biondi, lievemente accennati, su quel volto tirato come una finale. Gabriele Oriali è seduto nell'aula magna di Coverciano al fianco di Daniele De Rossi, uno che potrebbe essere suo figlio. Il centrocampista della Roma sarebbe nato un anno dopo il trionfo Mundial ma con lui condivide la gioia di aver alzato la Coppa del Mondo (a Berlino nel 2006). Oriali è cambiato pochissimo: stessi capelli, occhi di ghiaccio e asciutto come se domani dovesse scendere in campo contro la Spagna.

È l'unico reduce, nel gruppo di Ventura - nel ruolo di team manager -, degli eroi del Bernabeu. Uno di quelli che aveva consentito al mitico telecronista Nando Martellini di scandire per tre volte, di fronte a decine di milioni di spettatori, la frase: «Campioni del mondo». In quello stadio, tempio planetario del calcio, Oriali ha vinto più di una volta. «Ho fatto due finali, una in campo e l'altra da dirigente: le ho vinte entrambe».

L'Italia di Bearzot è entrata nell'immaginario collettivo con le sembianze del mito perché dal 1938 l'Italia non alzava al cielo quella coppa: «I ricordi sono sempre vivi anche perché tutto contribuisce ad alimentarli: trasmissioni, documentari, infiniti passaggi televisivi testimoniano la grandezza di quell'avventura che ho dentro il cuore. Nella speranza che l'Italia possa rivivere di nuovo una emozione tanto forte». E poi Oriali rivela che «da un po' di tempo abbiamo creato un chat proprio con gli ex dell'82. Una mattina Spillo Altobelli si è svegliato e ci ha scritto: nel giro di qualche ora tutti hanno risposto. E così adesso quotidianamente ci sentiamo: scherziamo, ci confrontiamo, ci prendiamo in giro. Spillo, poi, è incredibile: ogni giorno riesce a postare una foto inedita di quel periodo. Io non so come faccia Oggi come allora il clima tra noi è lo stesso ed è la ragione per cui siamo riusciti 35 anni fa in quell'impresa straordinaria. Non conta il campione, ma il gruppo. Siamo rimasti molto amici, con la gioia di stare assieme. E comunque abbiamo anche un'altra chat con gli ex interisti dell'era Bersellini: Bordon, Beccalossi, Scanziani e tutti gli altri».

Il 22 maggio 2010 Oriali, da dirigente nerazzurro, è tornato al Bernabeu per la finale Champions tra Bayern ed Inter. Doppietta di Milito e trofeo dalle grandi orecchie al club allora di Massimo Moratti 45 anni dopo l'ultimo trionfo. «Ho vissuto un'altra notte bellissima: abbiamo vinto una finale senza storia, strameritata. Uno dei momenti più belli della mia carriera da manager. Ricordo che un mese prima Mourinho mi aveva detto di star tranquillo perché avremmo vinto tutte e tre le competizioni (scudetto, Champions e Coppa Italia, ndr). Lo guardai un po' così, ma aveva previsto tutto».

Domani sarà un altro film: «Penso che faremo vedere le nostre qualità: sento dire in giro che la Spagna non è più quella di prima, invece è sempre fortissima, ma noi siamo pronti». Se lo dice Lele

MT

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