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"Io piangevo, Jacob era completamente sotto choc", le accuse a CR7

La madre del ragazzino autistico, "vittima" del raptus di Cristiano Ronaldo ha spiegato: "Abbiamo gentilmente rifiutato l'offerta di andare allo United perché Jake non vuole e non vuole vedere Ronaldo"

"Io piangevo, Jacob era completamente sotto choc", le accuse a CR7

Cristiano Ronaldo ha rotto il cellulare di un ragazzino di 14 anni perché era nervoso dopo la sconfitta del suo Manchester United in casa dell'Everton. Quelle immagini hanno fatto il giro del mondo e del web con il fuoriclasse lusitano che si è poi scusato sui suoi canali social per quanto accaduto: "Non è facile affrontare le emozioni in momenti difficili come quello che stiamo affrontando ma dobbiamo sempre essere rispettosi, pazienti e dare l'esempio a tutti i giovani che amano questo bel gioco. Vorrei scusarmi per il mio sfogo e, se possibile, vorrei invitare questo tifoso a guardare una partita all'Old Trafford in segno di fair-play e sportività".

La madre del ragazzo in tackle

Sulla vicenda sta indagando la polizia del Merseyside, nel capoluogo di Liverpool, dopo che la madre del ragazzo ha pubblicamente dichiarato che suo figlio, autistico, è stato letteralmente aggredito dall'ex fuoriclasse della Juventus riportando pure una ferita alla mano. Sarah Kelly, questo il nome della donna, ha parlato al Liverpool Echo, affermando che il figlio Jacob stava riprendendo i calciatori mentre rientravano nello spogliatoio e che aveva abbassato il telefono nel momento in cui CR7 aveva tirato giù i calzettoni mettendo in mostra una gamba sanguinante. In quel momento il 37enne di Funchal, che stava uscendo dal campo molto arrabbiato per l'andamento della partita e per il suo infortunio, ha rotto il cellulare del ragazzo. La donna ha poi concluso: "Io piangevo, Jacob era completamente sotto choc".

"Abbiamo gentilmente rifiutato l'offerta di andare allo United perché Jake non vuole andarci e non vuole vedere Ronaldo. Lo ha detto abbastanza chiaramente", le parole della donna che ha tenuto a precisare: "Non sono le mie parole, sono le parole di mio figlio. Alla fine, è di questo che si tratta. Ha influenzato lui più di quanto abbia influenzato me, quindi gli ho dato tutto per prendere una decisione. Non vuole andare allo United, non vuole andare a vedere Ronaldo, tutto quello che dico in questo momento è che è nelle mani della polizia". e: "Non sono le mie parole, sono le parole di mio figlio. Alla fine, è di questo che si tratta. Ha influenzato lui più di quanto abbia influenzato me, quindi gli ho dato tutto per prendere una decisione. Non vuole andare allo United, non vuole andare a vedere Ronaldo, tutto quello che dico in questo momento è che è nelle mani della polizia". Il brutto gesto di Cristiano resta ma il fuoriclasse lusitano si è protamente scusato per un modo di fare non da lui.

Ora sarà compito della polizia indagare su quanto successo e porre fine a questa triste vicenda.

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