Battere la Lazio stasera per avere la certezza di arrivare alla pausa mondiale con un piazzamento Champions in tasca: obiettivo che fino a un mese e mezzo fa pareva irraggiungibile e che adesso, se raggiunto, farebbe sorridere il mondo juventino a trentadue denti. Dall'altro lato, la creatura di Maurizio Sarri: l'ultimo a portare la società bianconera a vincere lo scudetto, salvo essere silurato senza complimenti né essere degnato di un ringraziamento come si deve. Ce n'è abbastanza per il menù di una partita dai mille risvolti e altrettante implicazioni, compreso il fatto che la Juve ha ormai da anni messo nel mirino Milinkovic-Savic, centrocampista che avrebbe tutto per risolvere alcuni problemi della Signora.
In attesa di future sessioni di mercato, oggi si affrontano comunque la seconda e la quarta in classifica. E se il Napoli sembra davvero fuori portata, lottare per la piazza d'onore non è al momento un disonore per nessuno. Anzi: la Lazio è andata finora oltre le previsioni e la Juve, reduce da cinque vittorie di fila, si è rimessa a marciare come ai bei tempi pur senza convincere i fautori del bel gioco. Merito in gran parte della difesa, tornata solida (7 gol presi in 14 partite) e quasi insuperabile al punto da risultare imbattuta dallo scorso 8 ottobre. Né i biancocelesti hanno fatto molto peggio, avendo subìto una sola rete in più: peraltro, lontano da Roma il bunker si è rivelato pressoché imperforabile avendo incassato un solo gol. Difficile comunque immaginare un match bloccato, vista la fame delle due squadre. La Lazio non avrà Immobile, di nuovo ai box, la Juve farà ancora a meno di Vlahovic: salterà un duello indiretto da 51 reti (27 e 24 quelle segnate da due nel passato campionato), ma nessuno si accontenterà del pareggio senza provare a vincere.
Senza lo squalificato Alex Sandro, Allegri riproporrà Bonucci titolare al fianco di Danilo e
Bremer, con Fagioli in cabina di regia e Milik probabilmente supportato da Kean. Quanto a Sarri, che firmerebbe di tasca sua per dare un dispiacere ad Agnelli, spazio in avanti a Pedro e Felipe Anderson. Parola al campo.
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