Bastano due diavoli a far perdere la partita (90-80) e la fede a Trento a cui non è bastato il coraggio per resistere anche in gara due. Jerrels prima, 27 punti alla fine, Goudelock poi, 25 punti portano l'Emporio Armani in vantaggio 2-0 nella serie scudetto. Una vittoria meno netta che in gara uno, ma la svolta a 5 minuti dalla fine del secondo quarto (16-4) ha messo una pietra al collo dei cacciatori trentini che non hanno mai mollato, ma quel colpo al fegato è stato pagato caro. Il divario è evidente, ma a Milano piace scherzare con i suoi balocchi e anche ieri, quando aveva tutto per fare il suo gioco ha voluto soffrire.
Nel girone infernale della seconda partita per lo scudetto del basket Milano va dal diavolo che chiuse la grande carestia ai tempi di Banchi per battere i sarmati senesi di Crespi: Curtis Jerrels e il suo forcone per dannare l'anima di Trento che aveva retto alla grande, chiuso avanti il primo quarto (27-29), tenuto testa ai prescelti per 15'(41-42). Lui il mago di Oz, 21 punti in 13', nella serata quasi normale di Goudelock (13 punti in 17'), mentre Trento sognava con Silins, il fantasmino di gara uno che con i suoi 13 punti faceva tremare, insieme a Gomes, i guardiani non tanto feroci del canestro milanese.
La crisi delle Aquile, l'ora dei lupi, un parziale di 16 a 5 in meno di 5' che sapeva di verdetto già a metà gara (57-47) perché se vai al riposo sotto di 10 tirando con il 58% allora ti senti prigioniero nel castello della ricca regina che se la cava anche quando balbetta in difesa.
Quando il forcone va nelle mani di Goudelock la pioggia acida per Trento continua anche se pareggia il terzo quarto e anima pulci fastidiose nelle orecchie della Milano che pensava di aver domato una nemica dal grande orgoglio nella povertà. Pulci fastidiose se a 5' dalla fine Trento è addirittura a 3 punti (74-71), ci pensa Micov ed un fallo intenzionale: +7 a 3'51" dal gong.
Contro certi diavoli come Jerrels e Goudelock (oltre 50 punti in 2) la fede non basta, anche se gara due ha detto alle belle gioie di Milano
che domani e lunedì a Trento non ci sarà nessuno specchio dove rimirarsi tranquilli aspettando applausi come nel confuso finale di ieri quando Shields (17), un super, ha trovato la spada per far male, ma ormai era tardi.
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