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Lautaro-Lukaku, l'Inter va. Ma che sofferenza contro Balo

Lautaro-Lukaku, l'Inter va. Ma che sofferenza contro Balo

Missione compiuta: 1-2 a Brescia, quinta vittoria in 5 trasferte e l'Inter si ritrova almeno fino a stasera davanti alla Juventus, in testa alla classifica. Martinez prima, nel momento più semplice della serata, e Lukaku poi, quando il Brescia sembra a un passo dal pareggio: ancora loro, i nuovi gemelli del gol nerazzurro per 3 punti che per come e quando ottenuti valgono persino di più. Si fosse fatta rimontare dal doppio vantaggio che ha avuto a metà secondo tempo, l'Inter sarebbe andata incontro a giorni di fuoco. Però la squadra è stanca, si regge sulla forza dei nervi (anche del suo allenatore) e il talento di pochi (Martinez, Lukaku, Brozovic, Handanovic) e se non recupera in fretta qualcuno (Sensi, almeno), rischia di cadere a ogni prossima occasione.

L'avvio è a forti tinte nerazzurre, più per demerito del Brescia che per effettiva concretezza dell'Inter. Corini non solo parte rinunciando al solito modulo per schierarsi a specchio, ma dà evidentemente ai suoi l'ordine perentorio di aspettare. Niente pressione, tutta la squadra dietro al pallone, Donnarumma e Balotelli inutilissimi appendici. Così che a forza di aspettare, il gol di Martinez (il quarto in campionato, il sesto in 6 partite) per quanto casuale come quello di Candreva al Parma, alla fine arriva: tiraccio deviato da Cistana e portiere beffato.

Prima, un colpo di testa di Lukaku (4' pt) e un salvataggio di Bisoli su Martinez (13' pt), quindi poco. Dopo, finalmente una partita con 2 squadre in campo. Tonali, partito schiacciato davanti alla difesa, avanza di 20 metri, togliendo spazio e tempo di gioco a Brozovic. Pericoli nessuno fino all'intervallo, ma almeno l'impressione che qualcosa possa ancora accadere e perciò nessuno può sorprendersi per quel che accade in avvio di ripresa. Semmai, la sorpresa è che Conte non abbia previsto da subito qualche contromossa almeno tattica, visto che l'attuale panchina povera non gli consente svolazzi tecnici.

Balotelli dal limite (2' st, Handanovic in angolo), Donnarumma da terra (4' st, Handanovic col petto), 5 calci d'angolo e 2 punizioni dai vertici dell'area nel primo quarto d'ora: l'affanno nerazzurro è totale, altro che i contropiede del Parma. Vera sofferenza calcistica contro una squadra inferiore tecnicamente, ma certamente molto più in salute.

Provvidenziale l'invenzione di Lukaku: da Handanovic a Gagliardini al belga, controllo, taglio in corsa, sinistro esplosivo e gol da cineteca (18' st), prima dell'abbraccio a Conte che resterà una delle istantanee simbolo della stagione nerazzurra. È il gol che potrebbe chiudere la partita, e invece no. Perché il Brescia ci mette 10 minuti per scuotersi, ma poi torna nuovamente arrembante. Il gol dell'1-2 è in realtà un autogol, frutto della carambola Handanovic-Skriniar che col ginocchio batte il proprio portiere, dopo la percussione di Bisoli. L'Inter soffre, soprattutto a centrocampo. Conte si guarda intorno, vede solo Borja Valero e rinuncia al cambio. Toglie Asamoah per Biraghi, la squadra non può migliorare. Poi Esposito per Lukaku.

Alla fine vince e può aspettare la Juventus.

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