Roma Il polo Milano/Torino e Cortina. Nell'inseguimento - diventato ormai un chiodo fisso - a un'edizione dei cinque cerchi (in questo caso sono le Olimpiadi Invernali 2026) l'Italia ha messo sul tavolo del Cio le due manifestazioni di interesse: una è l'asse portante (e strategico) dell'ambizione di riportare i Giochi nel nostro paese, l'altra è la semplice alternativa. Siamo l'unica nazione ad avere tante città in corsa rispetto alle altre sei da ieri entrate nella fase di dialogo con il Comitato olimpico.
Ieri il Cio ha distribuito ufficialmente a chi «ha manifestato interesse» il manuale di 57 pagine con la nuova procedura per la quale si candida una città (e non un territorio, quindi Cortina e non le Dolomiti) ma le gare si possono anche fare a centinaia di chilometri di distanza. Tanto che ad esempio Graz intende candidarsi con Schladming, ma tre discipline si dovrebbero tenere a Schönau, in Germania, Stoccolma prevede alcune prove a Sigulda in Lettonia, con il Mar Baltico in mezzo mentre Sapporo ne dislocherebbe altre a Nagano, a oltre mille chilometri.
«È bello avere molti candidati, selezioneremo il progetto migliore con attenzione», così il presidente Cio Thomas Bach. La road map è già fissata: tra aprile e maggio si terranno le prime consultazioni tra le città e il Comitato olimpico internazionale, che fornirà il supporto, la consulenza tecnica e l'assistenza alla comunicazione, a ottobre verranno ufficializzate le candidature (con Sion che dovrà aver superato il difficile scoglio del referendum nei cantoni svizzeri), a gennaio 2019 la presentazione del progetto chiuso di chi sarà rimasto in lizza, il 10 settembre 2019 la scelta nella sessione del Cio a Milano. L'attuale ostacolo per la città lombarda, di sicuro la nostra candidatura forte: non si possono assegnare i Giochi alla sede della sessione plenaria, come recita l'articolo 33 della Carta Olimpica. Norma che potrebbe però essere modificata in corso d'opera.
Malagò resta alla finestra in attesa del governo che verrà. Di fatto avrebbe già virtualmente bocciato Cortina con buona pace del governatore del Veneto Zaia (ieri soddisfatto per l'inserimento della cittadina veneta nella fase di dialogo del Cio), sei mesi indietro rispetto agli studi di fattibilità realizzati su Milano e Torino.
E ci sarebbe un ipotesi allo studio del gruppo di lavoro lombardo che sta studiando le diverse opzioni per portare i giochi sotto la Madonnina: la perla svizzera Sankt Moritz al posto di Cesana Pariol e Pragelato, ovvero le valli piemontesi se il no dei sindaci della zona al tandem Torino-Milano per i Giochi 2026 dovesse essere confermato.
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