Il Milan assedia Ancelotti Berlusconi: "Sono ottimista"

Nuova cena con Galliani, cucinata dallo stesso Carlo. Ma il tecnico chiede garanzie sulla campagna acquisti

Il Milan assedia Ancelotti Berlusconi: "Sono ottimista"

Silvio Berlusconi ha puntato tutto su Adriano Galliani e il suo profondo legame con Carlo Ancelotti. «Spero possa convincerlo a tornare da noi al Milan, io e Adriano siamo ottimisti», la frase dettata ai microfoni di Radio Capital ieri mattina con il codicillo, egualmente significativo, relativo alle eventuali alternative. «Ne abbiamo pronte 4, tre tecnici italiani e uno straniero», anche se poi, scherzando a Porta a porta con Bruno Vespa, ha detto di potersi «sedere in panchina con la possibilità di portare una squadra ai massimi livelli mondiali. E non è escluso che succeda...». Intanto però, se non riuscisse a riconquistare Ancelotti, ha già le alternative: da Vincenzo Montella (da sciogliere il nodo della clausola che è un impedimento notevole) a Sarri (finito nelle braccia di Ferrero e della Samp), fino ad Antonio Conte sempre in bilico tra la tentazione di un colpo di teatro (nel caso di rinvio a giudizio a Cremona) e l'impegno pubblico di portare l'Italia agli europei del 2016. Lo straniero preso in esame da Galliani da un anno a questa parte è Emery, tecnico del Siviglia finalista di Europa league sul conto del quale però c'è già stato un parere negativo presidenziale.

Berlusconi ha anche ripetuto il suo mantra per quel che riguarda le trattative legate alle azioni del club rossonero. «Cerco qualcuno che mi possa aiutare nello sforzo finanziario, non l'ho ancora trovato», è la sua dichiarazione che è un invito pubblico per eventuali soci di minoranza non certo a caccia di notorietà ma con un robusto patrimonio alle spalle.

A Madrid, prima di incontrare nuovamente a cena Carlo Ancelotti (appuntamento a casa di Carlo, cucina lui, spesa fatta in uno dei negozi specializzati in prodotti italiani), Adriano Galliani ha risposto al pronostico del presidente con un «ci provo» consegnato ai cronisti italiani presenti a Madrid. Già, perché dopo il pranzo con i vertici dell'Atletico Madrid per discutere di Mandzukic e non solo (anche Mario Suarez, centrocampista, già inseguito a gennaio, e Cerci nella previsione di girare il prestito al Toro o al Napoli), il dirigente milanista si è concentrato sull'incontro in serata con il tecnico appena liquidato dal Real Madrid, tra il dissenso generale, non ultimo quello del ct Del Bosque il quale ha dedicato al collega un giudizio da incorniciare («Ha lasciato il segno nel calcio spagnolo»).

Se Galliani è rimasto a Madrid e Ancelotti ha fissato per venerdì la partenza alla volta del Canada, è segno che il negoziato è in corso e ci sono margini per raggiungere un accordo. Non è una novità: i componenti lo staff tecnico (che non sono 16 come si è favoleggiato) e gli stessi familiari di Carlo hanno dato parere favorevole al ritorno a Milanello, la durata del contratto e la consistenza economica non sono mai stati un ostacolo alla firma, quindi le resistenze sono legate ai piani di rilancio e di rafforzamento e alle garanzie da offrire per la prossima stagione. In vista della quale oltre a ridurre il numero dei componenti la rosa (massimo 24-25 unità visto che c'è da giocare solo campionato e coppa Italia), si deve provvedere anche a risanare i rapporti con lo spogliatoio.

Di ieri lo sfogo di Rami alla tv francese: il difensore ha fatto sapere che il suo legame contrattuale con il club (altri due anni) sarebbe messo in discussione nel caso di riconferma di Inzaghi. E non è il solo mal di pancia registrato a Milanello. Anche questo compito avrebbe Ancelotti, quello del pacificatore, già svolto a Madrid arrivando dopo il ciclo tempestoso di Mourinho.

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